Lettere dal primo viaggio oltreoceano1

Pubblichiamo due lettere scritte da Madre Angelica durante il suo primo viaggio in America delle cui Sorelle non sapeva che attraverso la Madre Fondatrice e la corrispondenza con le italiane missionarie.

«Lavoriamo pei poveri di Cristo e perciò per Gesù stesso»
A sr. M. Anacleta (Montevideo, 6 marzo 1905)

«Queste care suore non hanno qui tanti aiuti spirituali come li abbiamo in Italia, ma il Signore supplisce perché son tutte buone, fanno di buona voglia sacrifizio e lavorano proprio per il cielo»
A sr. M. Costantina (Sastre, 30 dicembre 1905)

Circolare per l’annuncio dell’emanazione del Decretum laudis (Genova, 30 marzo 1910)2

Madre Angelica riuscì a raggiungere uno dei traguardi più ambiti dall’Istituto: il riconoscimento dello stesso da parte dell’autorità apostolica, dopo ben venticinque anni dalla fondazione. Le fatiche, la preoccupazione, il lavoro necessario per ottenerlo sfociano finalmente nella gioia della presente circolare.

Circolare per l’annuncio della nomina del Cardinale protettore (Genova, 25 novembre 1910)3

Legata al riconoscimento dell’Istituto da parte della Santa Sede, è la figura del Cardinale protettore. Il primo ad essere nominato tale fu il cardinale cappuccino Giuseppe Colasanzio Vives y Tuto, Prefetto della neo-costituita Sacra Congregazione dei Regolari.

Circolare per la convocazione a Capitolo (Genova, 19 marzo 1919)4

L’11 novembre 1918 è la data ufficiale della conclusione della 1^ Guerra mondiale, il più grande conflitto armato della storia di quello che gli sarebbe successo nel 1939. La Circolare che pubblichiamo è stata scritta nel 1919 da sr. M. Angelica Pisano, allora Madre generale, il giorno della festa di san Giuseppe, compatrono dell’Istituto, per convocare le Sorelle al Capitolo generale. Avrebbe dovuto essere celebrato nel 1917 ma fu posticipato a causa delle inevitabili limitazioni logistiche date dal conflitto, con la difficoltà di circolazione e l’impossibilità, almeno per le Sorelle americane, di parteciparvi.

Discorso di fine-mandato

Pubblichiamo la bozza della circolare con cui Madre Angelica lasciava il mandato di Superiora generale dell’Istituto dopo un trentennio di governo all’approssimarsi dell’VIII Capitolo elettivo del giugno 1935. È un documento molto significativo che mostra non solo gli intimi sentimenti di questa grande Cappuccina, nel dichiarare l’amore per l’Istituto e le Suore tutte, unita alla richiesta di perdono per il suo ‘cattivo governo’, ma la sollecitudine e la cura per le Suore, alle quali lascia ancora una volta un’umile esortazione al bene. Il manoscritto è conservato nell’ASCG5.

Biglietti indirizzati a una Suora

Di seguito riportiamo due biglietti autografi di Madre Angelica che, pur nella loro brevità, esprimono il carattere cordiale e schietto che ella usava nelle relazioni con le suore.
Indirizzati a suor Angelina erano conservati in una piccola busta fra i suoi effetti personali.
Il primo risale all’ultimo anno del suo mandato di Superiora generale6 ed è la comunicazione di un’obbedienza per il trasferimento in altra casa. È interessante la somiglianza su cui fa leva, la SS.ma Trinità, per prospettare la composizione della nuova comunità e lo spirito con cui farne parte.
Il secondo biglietto è vergato quando Madre Angelica era nella Casa-madre di Loano7 a più di un anno prima della morte. Esprime la familiarità e la cordialità di una donna consacrata che, quanto più vicina al Signore, tanto più è divenuta semplice nei suoi affetti.

A Suor Angelina (Genova, 20 luglio 1934) Trascrizione

A Suor Angelina (Loano, 2 marzo 1937) Trascrizione

Uno scritto su Santa Chiara d'Assisi di Madre Angelica Pisano Trascrizione

Le Terziarie Cappuccine di Loano fin dall’inizio elessero a loro santi patroni, insieme a Maria Immacolata e san Giuseppe, san Francesco d’Assisi, santa Chiara d’Assisi e santa Veronica Giuliani. Santa Chiara, “pianticella del padre Francesco”, fu sempre considerata come la più autentica seguace di quel serafico ardore che animò il Poverello nella sua ricerca spirituale e nel compimento del santo Evangelo. Fra gli scritti personali di Madre Angelica abbiamo rinvenuto il seguente manoscritto: nulla indica che altri sia l’autore del brano ma, pur senza la certezza che sia uno scritto originale della Nostra, rivela la sua sensibilità su alcuni temi, evidentemente a Lei cari, tanto da non ha mancare di trascriverli. Nel quaderno autografo da cui è tratto il brano, Madre Angelica, forse in età avanzata, data l’incertezza della calligrafia, ne ha trascritti altri, in prosa e poesia, riferiti ai santi Patroni assisani. Il documento è conservato nel Fondo personale di Madre Angelica8.

Immagine ricordo dell’anniversario di Vestizione religiosa

Suor M. Angelica, pur frequentando come aspirante il gruppo delle giovani donne che il 23 gennaio 1885 avrebbero vestito l’abito di Terziarie Cappuccine nel ‘Conventino’ di Loano, fece la vestizione il 5 maggio del 1887. Il motivo di questo procrastinamento è dovuto al legame che Maria Pisano aveva con le signorine Elice che la consideravano una figlia adottiva. Sembra pertanto che solo in seguito al terremoto che il 23 febbraio 1887 devastò la Liguria occidentale, la Pisano abbia risolutamente deciso di far parte della nuova comunità di Terziarie.
È la stessa che, nelle Memorie dei principi della casa di Loano, ricorda il drammatico evento che, nella sola Diano marina, epicentro del sisma, causò la morte di circa 500 persone e la distruzione pressocchè totale degli edifici:


«(…) Intanto venne il 23 Febbraio dell’anno 1887, giorno del gran terremoto in Liguria. Non è il caso di fare la triste descrizione dello spavento e della popolazione. Tutti i loanesi si rifugiarono in campagna. Anche noi e le Suore avevamo fatto fare una lunga capanna di paglia e con tanta paglia per terra dormivano le [sorelle] Elice, le Suore e altre buone persone. Dormivamo vestite.
L’avvenimento del terremoto fu un risveglio per il mio spirito. Pensavo e pensavo tra me [che] se fossi rimasta sotto le macerie sarei morta: “Dunque tutto passa, soffrire bisogna…io mi sento disavogliata di vivere nel mondo. Voglio proprio decidermi. Mi costi quel che vuole. Voglio entrare in questa Comunità e ritirarmi dal mondo”. Mentre io pensavo a questo dentro di me, senza manifestarlo, un giorno la sig.na Elice mi dice: «Mè figiae» - come soleva chiamarmi -: «Ora non [ti] considererò più come sorella, ma d’ora innanzi come figlia. Nevvero che non ci pensi più di farti suora?». Tacqui e feci un sorriso. Puossi immaginare come mi si strappasse il cuore. Passarono alcuni giorni di mestizia per me. Pregavo, lottavo. Scrissi una lettera al M. R. P. Angelico, mi pare che fosse a Savona, e gli apersi il cuore manifestandogli le mie interne lotte, i miei dubbi ecc. Mi rispose confortandomi e terminò la lettera con le parole: «Strappate le catene e subito!». Furono per me un colpo. Ormai dovevo andare, costi quel che costi alla natura. Dovevo parlare e parlai. Che cosa mi costò quel ragionamento Dio solo lo sa. Le Elice, che ormai non ci pensavano più, a tal notizia credevo che svenissero. Facemmo poche parole, solo mi dissero: «Giacchè hai tanto a cuore di lasciare tua madre e noi, non ci guardare più in faccia e neanche alla nostra porta. Ogni nostro affetto, ogni tenerezza per te da questo momento cessa per sempre. Sei senza cuore».
Da allora, tra pianto e schianto del cuore, stetti fuori ancora otto giorni, ma tale era la mia violenza, che, in quegli otto giorni, mi si chiuse la gola e non potei inghiottire niente, fuori di qualche uovo freddo. Mia madre, povera donna, nel suo dolore doveva confortarmi e, se per il passato faceva l’ufficio di madre secondo la carne, dissuadendomi continuamente dal non farmi suora, non perché avesse un’utilità materiale, ma perché non voleva distaccarsi da me (era vecchia, povera donna), ora invece mi diceva: «Se il Signore ti vuole, va’ pure, a me non pensare».
Allestite alcune cose, per essa e per me, il 1° Maggio 1887 feci l’ingresso (…). Il 5 maggio [solenne anniversario dello sbarco dei Mille di Garibaldi a Quarto] io feci vestizione con altre giovani; eravamo il dieci e facemmo vestizione in Loano, nella Chiesa dei Padri Cappuccini, perché la Cappella del Conventino era troppo angusta. La vestizione la fece il R.P. Ireneo da Stellanello, molto portato per farci del bene. Fece il discorso un canonico di Savona, don Pizzardo. Andavamo proprio alla buona: ognuna era vestita delle proprie vesti, senza uniforme, senza corona, come ora si usa. Al mezzogiorno, siccome avevano dato un po’ da mangiare ai parenti delle Suore che venivano da più lontano, noi, novelle vestite, abbiamo ceduto il posto ai parenti e siccome in cucina vi era una scala a chiocciola che metteva al piano superiore, una dopo l’altra, col piatto in mano della minestra, si era sedute sui gradini della scaletta per mangiare quel poco
»9.


Ordinariamente gli anniversari di vita religiosa sono celebrati a partire dalla data in cui sono emessi i primi Voti con la Professione, tuttavia il presente biglietto ricorda il 25° anniversario di Vestizione, a partire dalla quale allora canonicamente, ipotizziamo, venivano computati gli anni di vita religiosa.


1 ASCG serie Corrispondenza, I. 3, 1905.
2 ASCG serie Corrispondenza, I. 1, 1910.
3 Ivi.
4 ASCG serie Corrispondenza, I. 1, 1919.
5ASCG serie Corrispondenza, I. 1, 1935.
6 ASCG serie Corrispondenza, I. 2, 1934.
7 ASCG, Fondo Madre M. Angelica Pisano [di san Francesco], serie Corrispondenza personale.
8ASCG, Fondo Madre M. Angelica Pisano [di san Francesco], serie Scritti: Componimenti della Rev.ma Madre Angelica.
9 ASCG, serie Cronaca, Storia dell’istituto di sr. M. Angelica Pisano: Memorie dei principi della casa di Loano.