«Non sappiamo quante siano state le religiose impegnate nel corso della Grande Guerra, perché sino ad oggi, al contrario di quanto avvenuto per i religiosi, non sono state fatte indagini statistiche al riguardo (…) Se si considera che nel censimento del 1911 le religiose in Italia erano circa 45.000 (distribuite in circa 250 Istituti e 3.000 case) non sembra azzardato ritenere che almeno un terzo di esse fosse impegnato nei servizi di guerra (…) Le richieste per avere le religiose furono numerosissime e provenivano sia dalla Sanità militare che dalla Croce Rossa Italiana per tutti tipi di ospedale (…) Di fatto le religiose prestarono servizio in zona di guerra, in ospedali da campo, in ospedali di riserva, in ospedali territoriali, in ospedali contumaciali, in ambulanze, in treni ospedali, in seminari diocesani trasformati in ospedali, in pratica ovunque ci fosse bisogno. Con il variare della linea del fronte, le religiose di uno stesso Istituto si trovarono a volte sotto l’autorità austriaca e a volte sotto quella italiana senza grandi difficoltà, perché entrambe le autorità ritenevano normale il loro servizio ospedaliero e caritativo sui due fronti (…) Non sappiamo quante religiose siano morte nel corso della guerra, ed esse non sono ricordate nel cimitero di Redipuglia, dedicata alla memoria dei soldati. Cippi sparsi nei vari cimiteri italiani però, o nei cimiteri dei singoli Istituti religiosi, ne ricordano la memoria (…)
Nel corso della Grande Guerra si diffusero malattie infettive tra i militari, per la cura dei quali era necessaria una degenza più o meno prolungata in ospedali di isolamento o contumaciali (…) Non avendo famiglia e in forza della loro vocazione, le suore erano preferite in questi ospedali che comportavano maggiori rischi per la salute (…)»1.
Le Cappuccine di Loano furono chiamate al fronte per svolgere un servizio infermieristico e di assistenza sanitaria ai militari italiani durante la Grande Guerra negli Ospedali da campo n. 230 e n. 231 a San Quirino, Cormons, Langoris e Lovaria, in provincia di Udine.
L’Italia entrò nel conflitto armato il 24 maggio del 1915, dieci mesi dopo l’avvio della guerra, e il servizio da parte delle Terziarie venne prestato dal 17 agosto 1915 al 28 ottobre 1917. Furono richieste per gli Ospedali da campo n. 230 e n. 231 da don Giuseppe Torchio, Cappellano militare della 2^ Armata di guerra.
Sul finire del conflitto l’Ospedale n. 231 venne assorbito da quello n. 0141 (gli Ospedali numerati con lo zero iniziale indicavano quelli con più di 100 posti letto) ove vennero trasferite le Suore.
A Langoris, dov'era l’ospedale n. 230, era stato allestito un “Lazzaretto di Sanità” mentre a Cormons era operativo l´Ospedale da guerra della C.R.I.
Le Suore in servizio all’Ospedale da campo n. 230 furono nove:
sr. M. Filomena di san Siro (Teresa Ravera), Superiora;
sr. M. Teodolinda di san Giuseppe (Aurelia Traverso);
sr. M. Alessandra di san Giovanni (Giovanna Calligaris);
sr. M. Dorotea di san Luigi (Elvira Salotti);
sr. M. Federica di sant’Urbano (Carmela Gandolfo);
sr. M. Edoarda di san Filippo (Francesca Cordelio);
sr. M. Benvenuta di san Francesco (Maria Ottonello);
sr. M. Agata di san Nicolò (Maria Bonora)
e sr. M. Modesta di san Giorgio (Maria Tagliafico).
Tutte, tranne quest’ultima, hanno ricevuto per merito la Medaglia di bronzo (stelletta e listino)2 perché assistettero i colerosi. Non vi fu compresa sr. M. Modesta solo a causa della brevità del suo servizio.
Le Suore in servizio all’Ospedale da campo n. 231 furono tredici:
sr. M. Felicissima del beato Serafino (Eugenia Lanata), Superiora;
sr. Maria degli Angeli di san Francesco (Celeste Consonni);
sr. M. Camilla di san Giuseppe (Angela Carlini);
sr. M. Augusta di san Paolo (Elena Bottala);
sr. M. Leopolda di san Luigi (Teresa Cadenasso);
sr. M. Gaetana di san Giovanni (Santina Trozzo);
sr. M. Davidina di san Pietro (Carolina Pontiggia);
sr. M. Emilia di san Giuseppe (Maria Basso);
sr. M. Rachele dell’Assunzione (Giuseppina Cavalieri);
sr. M. Romilda del SS.mo Sacramento (Rosa Boero);
sr. M. Ildefonsa degli Angeli custodi (Angela Rivolta);
sr. M. Sebastiana dell’Angelo custode (Laura Sironi)
e sr. M. Teodosia di san Giovanni (Rosa Bassani).
Le Suore suddette non hanno ricevuto alcun riconoscimento al valore unicamente per trascuratezza del Direttore di quell’Ospedale.
Trascriviamo parte di un documento che contiene rari dati riguardanti il servizio complessivo delle Cappuccine negli Ospedali da campo:
«Durante la Grande guerra 1915-1918 le Suore prestarono la loro opera di carità nei seguenti ospedali:
Ospedale da campo n° 230 Langoris (San Quirino) in numero di otto (…)
Ospedale da campo n° 231 Cormons (nei pressi di Gorizia) (…)
Entrarono nei due ospedali da campo nell’agosto 1915 restandovi fino alla ritirata di Caporetto. In ambedue gli ospedali le Suore si prodigarono con vero spirito di sacrifico e di carità per i soldati feriti e ammalati. Dove più rifulse la loro generosità e direi il loro eroismo fu quando l’ospedale divenne lazzaretto, il concentramento dei colerosi. 200 colpiti dal morbo furono affidati alle Suore. La morte ne mieteva anche una ventina e più al giorno, eppure sempre vigili, premurose, non ne lasciarono passare alcuno all’Eternità senza essere muniti dei Ss. Sacramenti. Su 16.000 colpiti dal morbo che vennero barellati negli ospedali, 1.300 soccombono (…) nell’autunno del 1917 un pericolo di bombardamenti induce di trasferire il 230 da Langoris a Lovaria (Udine) ove restano fino alla ritirata di Caporetto. In questa tragica ritirata rientrano in Comunità affrante, ma fiduciose che il loro sacrificio non sarà stato vano. Le Suore assistettero pure i soldati nei seguenti ospedali militari: Tubercolosario di Loano. Dieci Suore dal 15 novembre 1917 all’aprile 1919; Ospedale contumaciale “Andrea Costa” in via Andrea Costa a Milano. Nove Suore dal giugno 1917 all’ottobre dello stesso anno. Dopo fu ceduto per i feriti francesi; Ospedale “Missioni estere” in via Monterosa a Milano. Quattro Suore dal marzo 1918 al maggio 1919; Ospedale “Casa musicisti G. Verdi” a Milano. Quattro Suore dal gennaio 1918 al novembre 1919; Ospedale “Sant’Anna” in via Mazzini-Celesia a Genova. Quattro Suore dal gennaio 1917 al novembre dello stesso anno; Ospedale militare di Albenga. Tre Suore dal novembre 1915 al (…);
Ospedale militare n. 12 di Sanremo (Regione Perogallo). Quattro Suore dal novembre 1918 al (…); Ospedale militare (sessione specializzata per malarici) di Portomaurizio. Cinque Suore dall’aprile 1914 al maggio 1917; Ospedale Croce Rossa “Regina Margherita” in S. Margherita ligure. Sei Suore dal luglio 1915 al (…); Ospedale Croce Rossa in via Nizza a Portomaurizio. Due Suore dal febbraio 1917 al gennaio 1919.
Le Suore prestarono pure la loro pietosa assistenza ai profughi di guerra ricoverati nel Seminario del Chiapeto in Genova (…) Stettero in quest’opera dal novembre 1917 al maggio 1919»3
Entrarono nei due ospedali da campo nell’agosto 1915 restandovi fino alla ritirata di Caporetto. In ambedue gli ospedali le Suore si prodigarono con vero spirito di sacrifico e di carità per i soldati feriti e ammalati. Dove più rifulse la loro generosità e direi il loro eroismo fu quando l’ospedale divenne lazzaretto, il concentramento dei colerosi. 200 colpiti dal morbo furono affidati alle Suore. La morte ne mieteva anche una ventina e più al giorno, eppure sempre vigili, premurose, non ne lasciarono passare alcuno all’Eternità senza essere muniti dei Ss. Sacramenti. Su 16.000 colpiti dal morbo che vennero barellati negli ospedali, 1.300 soccombono (…) nell’autunno del 1917 un pericolo di bombardamenti induce di trasferire il 230 da Langoris a Lovaria (Udine) ove restano fino alla ritirata di Caporetto. In questa tragica ritirata rientrano in Comunità affrante, ma fiduciose che il loro sacrificio non sarà stato vano. Le Suore assistettero pure i soldati nei seguenti ospedali militari: Tubercolosario di Loano. Dieci Suore dal 15 novembre 1917 all’aprile 1919; Ospedale contumaciale “Andrea Costa” in via Andrea Costa a Milano. Nove Suore dal giugno 1917 all’ottobre dello stesso anno. Dopo fu ceduto per i feriti francesi; Ospedale “Missioni estere” in via Monterosa a Milano. Quattro Suore dal marzo 1918 al maggio 1919; Ospedale “Casa musicisti G. Verdi” a Milano. Quattro Suore dal gennaio 1918 al novembre 1919; Ospedale “Sant’Anna” in via Mazzini-Celesia a Genova. Quattro Suore dal gennaio 1917 al novembre dello stesso anno; Ospedale militare di Albenga. Tre Suore dal novembre 1915 al (…);
Ospedale militare n. 12 di Sanremo (Regione Perogallo). Quattro Suore dal novembre 1918 al (…); Ospedale militare (sessione specializzata per malarici) di Portomaurizio. Cinque Suore dall’aprile 1914 al maggio 1917; Ospedale Croce Rossa “Regina Margherita” in S. Margherita ligure. Sei Suore dal luglio 1915 al (…); Ospedale Croce Rossa in via Nizza a Portomaurizio. Due Suore dal febbraio 1917 al gennaio 1919.
Le Suore prestarono pure la loro pietosa assistenza ai profughi di guerra ricoverati nel Seminario del Chiapeto in Genova (…) Stettero in quest’opera dal novembre 1917 al maggio 1919»3
Lettera di sr. M. Filomena di san Siro (2 dicembre 1915)
Pubblichiamo una lettera di sr. M. Filomena di san Siro, Superiora del gruppo di Suore operative a Langoris, indirizzata a sr. M. Angelica di san Francesco, Madre generale (Ospedale da campo n. 230 del 2 dicembre 1915)4
«(…) Partimmo tutte volentieri senza sapere il luogo in cui si andava!...abbandonate solo in Dio ed affidate alla sua Divina Provvidenza (…)».
«(…) Cara Madre, se si fosse trovata qua il giorno 25 [novembre n.d.A]! Sarà un giorno per noi memorando! Se avesse sentito che bombardamento…Le granate e gli schioppi si sentivano proprio in direzione del nostro ospedale! Noi già tutte eravamo rassegnate e pronte…solo ci rincresceva e sentivamo il distacco di essere tutte da sole e ciascuna nel nostro reparto, e non poter essere tutte assieme a morire (…)».
MEMORIE DI GUERRA DI SUOR FILOMENA RAVERA
Il memoriale è stato redatto da sr. M. Filomena di san Siro dal titolo “Vita di Langoris – Cormons. Memorie del nostro Viaggio dal 17 agosto 1915 fino al giorno 28 ottobre 1917”5. Il manoscritto è costituito da un’agenda tascabile (147 x 79 x 10 mm). «(…) Partimmo tutte volentieri senza sapere il luogo in cui si andava!...abbandonate solo in Dio ed affidate alla sua Divina Provvidenza (…)».
MEMORIE DI GUERRA DI SUOR M. LEOPOLDA CADENASSO
Il memoriale è stato scritto da sr. M. Leopolda di san Luigi al ritorno a Genova, datato 20 maggio 1920. In esso vengono raccontati gli anni del servizio delle Terziarie Cappuccine presso l’Ospedale da campo n. 231 a san Quirino adibito a ‘lazzaretto’ per i militari (e civili) colpiti dall’epidemia di colera. Il manoscritto è costituito da un fascicolo legato (139 x 113 x 7 mm)6.>
«(…) In seguito vennero ricoverati molti feriti, lasciando due reparti per altre malattie infettive, cioè tifosi, parotitici, polmonitici, febbre malarica, meningitici ed altre malattie, secondo l’esercizio del Cap.no Maggiore di medicina e chirurgia. Avevamo un reparto isolato con alcuni ammalati di meningite cerebrospinale infettiva ai quali il nostro Cap.noMotteglia faceva una cura speciale (…)».
1 Da Patria e Religione. Religiosi e religiose italiani nella Prima Guerra mondiale 1915-1918. Guida alla mostra Museo Centrale del Risorgimento. Complesso del Vittoriano, Roma, 2016, pp. 43 e ss.
2 Nel 1920 fu coniata la "medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918 per il compimento dell'unità d'Italia" al fine di celebrare la vittoria nella prima guerra mondiale. Il decreto stabilì che avevano diritto a ricevere la medaglia, gratuitamente a spese dello Stato, tutti i militari, militarizzati ed assimilati ed il personale dei corpi e reparti ausiliari che, per almeno quattro mesi, avevano preso parte alle attività di guerra. Il "nastrino" da petto era completato da una stelletta d'argento per ogni anno di campagna.
3 ASCG, serie Case Istituto, sottoserie Miscellanea: “Prospetto cronologico di tutte le Fondazioni d'Italia, d'America e di Africa O.I.”.
4 ASCG, serie Cronaca: "Memorie Grande guerra", 3.
5 Ivi.
6 Ivi.
2 Nel 1920 fu coniata la "medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918 per il compimento dell'unità d'Italia" al fine di celebrare la vittoria nella prima guerra mondiale. Il decreto stabilì che avevano diritto a ricevere la medaglia, gratuitamente a spese dello Stato, tutti i militari, militarizzati ed assimilati ed il personale dei corpi e reparti ausiliari che, per almeno quattro mesi, avevano preso parte alle attività di guerra. Il "nastrino" da petto era completato da una stelletta d'argento per ogni anno di campagna.
3 ASCG, serie Case Istituto, sottoserie Miscellanea: “Prospetto cronologico di tutte le Fondazioni d'Italia, d'America e di Africa O.I.”.
4 ASCG, serie Cronaca: "Memorie Grande guerra", 3.
5 Ivi.
6 Ivi.