S. Margherita ligure, detta la “perla del Tigullio” è un comune in provincia di Genova che sorge sulla Riviera del Levante. Le Terziarie vi hanno legato intensamente e a lungo la loro presenza fin dal 1897 inaugurata con il servizio presso l’Ospizio “Pellerano-Rainusso”; nell’aprile del 1905 con l’istituzione di una Casa per l’assistenza a domicilio ; dal gennaio 1916, in pieno conflitto mondiale, prestando servizio presso l’Ospedale civile, dove sarebbero rimaste ancora fino al 1997, ed infine, sul finire del 1924, nella direzione della Casa degli Orfani della Marina Mercantile.
Il presente Fondo consiste nella residua documentazione della prima opera in cui le Terziarie furono chiamate a dirigere l’Ospizio e da lì ritirate per mutate esigenze nel 2010. «L’idea di stabilire in S. Margherita Ligure le Suore Terziarie Cappuccine risale a (…) P. Giuseppe De Bernardis e P. Filomeno Sommariva da Coronata i quali proposero al presidente dell’Ospizio di Carità, Dott. Antonio Alberti, che lo chiamò alla direzione del pio istituto il 2 febbraio 1897 (…) P. Urbano da Voltri ideò l’erezione di una Casa che permettesse alle medesime Suore di estendere la loro caritatevole assistenza anche agli infermi della città (…) ma non pochi ostacoli ne impedivano l’attuazione (…) s’interessò per trovare una abitazione provvisoria offerta gratuitamente dalla signora Teresa Piola, vedova Macera, in via Sella, dove le Suore si stabilirono in numero di tre il giorno 5 aprile 1905 nel mese di luglio passarono in altra casa nel Corso Umberto I, arredata sufficientemente col concorso di pie persone , particolarmente dei Padri Certosini della Cervara».
« (…) Per alleviare le miserie della vita ai poveri vecchi, agli inabili al lavoro, il Cav. Gio. Batta Pellerano con atto 27 dicembre 1890 legava tutte le sue sostanze alla fondazione di questo Ospizio e ne dettava norma, forma e Statuto . «Le prime Suore che vennero a S.ta Margherita Ligure furono in tre. Suor Maddalena di San Giacomo [Santamaria], Suor Teresa di San Francesco [Bizio], Suor Costanza di San Domenico [Berruti], le quali presero stanza nell’appartamento mobiliato della Sig.ra Teresa Piola, Ved. Macera, in via Sella (…) Il merito per la venuta di queste Suore (…) è dovuto al M. R. Padre Urbano da Voltri, Definitore Cappuccino, il quale procurò le prime Signore benefattrici. Nel mese di luglio dell’anno 1905, trovarono un appartamento in Corso Umberto I, n° 4 piano quarto (…) Alcuni capi di mobiglio (sic) e biancheria ci provvide la Madre generale Suor M. Angelica di San Francesco, qualche letto fu offerto dai RR.PP. Certosini. Le Suore già da qualche anno si erano date attorno per vedere di trovare un appezzamento di terreno per farvi costruire col tempo una casa, ma nonostante le più vive sollecitudini e ricerche non potevano riuscire nel loro desiderio. I terreni costavano cari. Denaro non se ne aveva e non si sapeva dove trovarne. Quel po’ di denaro radunato dai pii benefattori non si voleva toccare. Abbisognava il reddito per poter vivere le Suore. Pareva che l’idea non si potesse in alcun modo realizzare.
Il Municipio di S.ta Margherita aveva deliberato di demolire il Cimitero (…) detto già di San Bernardo, soppresso fin dall’anno 1892 e che il Sindaco Sig. Cav. Angelo Rainuzzo, col Consiglio Comunale radunato, vedendo l’opera umanitaria che prestavano le Suore presso gli infermi poveri, non avrebbero avuto difficoltà di cederlo alla Comunità per via di vendita con prezzo di favore, non avendo l’autorità di farne donazione. Propose alle Suore di farne acquisto. Venne la Madre generale, Suor M. Angelica, con le Madri Assistenti per vederlo, ma visto la ritrosia delle Suore nell’accettarlo, si disanimarono per il timore che la Comunità non volesse andare ad abitare in questo luogo che già aveva servito di Cimitero (…) Verso la fine dell’anno 1909 ritornò in S.ta Margherita, in qualità di Guardiano, il M.R. Padre Urbano da Voltri al quale stava molto a cuore che le Suore avessero stabile e sicura dimora in questa Città, essendosi impegnato molto per farle venire (...) e di ciò molto si occupò. Un giorno gli venne all’orecchio come il Municipio aveva offerto detto Cimitero. Le Suore gliene avevano parlato, le avevano manifestato le loro paure, il loro timore, la loro ritrosia. Egli prudentemente non contraddì. Però crediamo che pregasse molto per questo perché poco alla volta le Suore si levarono tante idee e quando le vide più sicure e persuase, le incoraggiò di fare le necessarie pratiche per l’acquisto, consigliandole, dirigendole (…) Difficoltà ce ne furono tante, ma finalmente nell’anno 1910 nel mese di Giugno ai 22 con atto registrato a Rapallo il 9 Luglio 1910 si fece detta compera (…) Il Municipio si diè subito pensiero di farlo dissodare, conforme alle speciali disposizioni di legge. Le Suore intanto (…) si raccomandarono alle migliori famiglie, come alle meno agiate, per trovare offerte onde mettere insieme la somma necessaria per far costruire una casa. Non è a dire i passi e gli atti umili fatti, ma coll’aiuto di Dio trovarono corrispondenza. Nel mese di marzo 1911 il M.R. Padre Urbano benedisse la prima pietra che è posta nell’angolo a sinistra, verso San Siro all’entrata della Casa (…) Il disegno della Casa fu fatto dal M.R. Padre Giuseppe da Genova, Ministro Provinciale. Il giorno 25 Maggio 1912 il M.R. Padre Urbano da Voltri, Definitore Provinciale Cappuccino (…) benedì la Cappella (…) celebrò la Santa Messa, indi la benedizione col Venerabile, così da questo giorno restò tra noi Gesù Eucaristico».
Dal 1940 fino al termine della Seconda guerra mondiale la Casa ospita famiglie di sfollati, militari territoriali e disoccupati e le Terziarie si occupano di sfamare una media di 58 persone al giorno; il 28 luglio 1944 un bombardamento, in cui restano uccisi due ricoverati e feriti gravemente dieci, rende l’edificio inabitabile, pertanto le Suore e i ricoverati sono costretti a trasferirsi nella Casa della Divina Provvidenza. Dal 1946 al 1964 le Cappuccine continuano a distribuire razioni di minestra e pane ai poveri e ai disoccupati per conto delle Opere Assistenziali, sempre presso la Casa della divina Provvidenza dove le Cappuccine dirigono l’Istituto delle Suore Maestre Pie della Presentazione.
Nell’Ordinamento Villa l’intero Fondo era conservato nella serie Case chiuse A-Z nella busta denominata: “S. Margherita L. Opera Pellerano-Rainusso” insieme ad un recente carteggio tra la Madre generale e la Superiora provinciale italiana in merito alla chiusura definitiva della Casa di riposo avvenuta nel 1992. In un ultimo versamento del gennaio 2017 l’ASCG ha acquisito dall’Archivio della Provincia italiana un registro della Cronaca che, avendo come estremo recente l’anno 1972, giuridicamente afferiva alla Curia generale. Il Fondo è articolato nelle serie Cronaca e Costituzioni.
Estremi cronologici: post 1897 - 1972 lug. 14
Consistenza: n. 1 busta e nn. 2 registri
serie CRONACA
Estremi cronologici: ca. 1907 - 1972 lug. 14
Consistenza: n. 1 busta e n. 1 registro
Descrizione: La serie consiste in un fascicolo e in un registro di memorie. Il primo, “Memorie del principio della casa di S.ta Margherita Ligure. Aperta l'anno 1905 ai 5 del mese di Aprile”, è un fascicolo sciolto estrapolato da un’antica Cronaca, redatta con molta probabilità in Curia, in cui si teneva memoria delle fondazioni, e successivamente sfascicolata, la cui ultima registrazione risale al 1912. Nel registro “Libro di Cronaca Casa di S[an]ta Margherita” la narrazione riprende per sommi capi gli inizi della fondazione ma l’effettiva redazione comincia solo il 15 settembre 1918 per terminare nel 1972 . Nel documento sono altresì elencati i benefattori iniziali dell’Opera, le Superiore che si sono succedute nella direzione della Comunità dal 1905 e i legati in SS. Messe. Della serie fanno parte due fascicoli a stampa: il primo illustra gli obbiettivi della Congregazione di carità di S. Margherita Ligure, promotrice dell’Opera affidata alle Terziarie Cappuccine, e il secondo riguardante l’inaugurazione ufficiale della Casa dove è altresì definita l'attività delle stesse.
serie COSTITUZIONI
Estremi cronologici: post 1897 lug. 8
Consistenza: n. 1 registro
Descrizione: La serie contiene una copia manoscritta delle Costituzioni generali delle Suore Terziarie Cappuccine date e approvate da mons. Filippo Allegro nel 1897 ad uso della Casa di Santa Margherita Ligure ed ancora in vigore al tempo dell’ingresso delle Terziarie nel ricovero.
Il presente Fondo consiste nella residua documentazione della prima opera in cui le Terziarie furono chiamate a dirigere l’Ospizio e da lì ritirate per mutate esigenze nel 2010. «L’idea di stabilire in S. Margherita Ligure le Suore Terziarie Cappuccine risale a (…) P. Giuseppe De Bernardis e P. Filomeno Sommariva da Coronata i quali proposero al presidente dell’Ospizio di Carità, Dott. Antonio Alberti, che lo chiamò alla direzione del pio istituto il 2 febbraio 1897 (…) P. Urbano da Voltri ideò l’erezione di una Casa che permettesse alle medesime Suore di estendere la loro caritatevole assistenza anche agli infermi della città (…) ma non pochi ostacoli ne impedivano l’attuazione (…) s’interessò per trovare una abitazione provvisoria offerta gratuitamente dalla signora Teresa Piola, vedova Macera, in via Sella, dove le Suore si stabilirono in numero di tre il giorno 5 aprile 1905 nel mese di luglio passarono in altra casa nel Corso Umberto I, arredata sufficientemente col concorso di pie persone , particolarmente dei Padri Certosini della Cervara».
« (…) Per alleviare le miserie della vita ai poveri vecchi, agli inabili al lavoro, il Cav. Gio. Batta Pellerano con atto 27 dicembre 1890 legava tutte le sue sostanze alla fondazione di questo Ospizio e ne dettava norma, forma e Statuto . «Le prime Suore che vennero a S.ta Margherita Ligure furono in tre. Suor Maddalena di San Giacomo [Santamaria], Suor Teresa di San Francesco [Bizio], Suor Costanza di San Domenico [Berruti], le quali presero stanza nell’appartamento mobiliato della Sig.ra Teresa Piola, Ved. Macera, in via Sella (…) Il merito per la venuta di queste Suore (…) è dovuto al M. R. Padre Urbano da Voltri, Definitore Cappuccino, il quale procurò le prime Signore benefattrici. Nel mese di luglio dell’anno 1905, trovarono un appartamento in Corso Umberto I, n° 4 piano quarto (…) Alcuni capi di mobiglio (sic) e biancheria ci provvide la Madre generale Suor M. Angelica di San Francesco, qualche letto fu offerto dai RR.PP. Certosini. Le Suore già da qualche anno si erano date attorno per vedere di trovare un appezzamento di terreno per farvi costruire col tempo una casa, ma nonostante le più vive sollecitudini e ricerche non potevano riuscire nel loro desiderio. I terreni costavano cari. Denaro non se ne aveva e non si sapeva dove trovarne. Quel po’ di denaro radunato dai pii benefattori non si voleva toccare. Abbisognava il reddito per poter vivere le Suore. Pareva che l’idea non si potesse in alcun modo realizzare.
Il Municipio di S.ta Margherita aveva deliberato di demolire il Cimitero (…) detto già di San Bernardo, soppresso fin dall’anno 1892 e che il Sindaco Sig. Cav. Angelo Rainuzzo, col Consiglio Comunale radunato, vedendo l’opera umanitaria che prestavano le Suore presso gli infermi poveri, non avrebbero avuto difficoltà di cederlo alla Comunità per via di vendita con prezzo di favore, non avendo l’autorità di farne donazione. Propose alle Suore di farne acquisto. Venne la Madre generale, Suor M. Angelica, con le Madri Assistenti per vederlo, ma visto la ritrosia delle Suore nell’accettarlo, si disanimarono per il timore che la Comunità non volesse andare ad abitare in questo luogo che già aveva servito di Cimitero (…) Verso la fine dell’anno 1909 ritornò in S.ta Margherita, in qualità di Guardiano, il M.R. Padre Urbano da Voltri al quale stava molto a cuore che le Suore avessero stabile e sicura dimora in questa Città, essendosi impegnato molto per farle venire (...) e di ciò molto si occupò. Un giorno gli venne all’orecchio come il Municipio aveva offerto detto Cimitero. Le Suore gliene avevano parlato, le avevano manifestato le loro paure, il loro timore, la loro ritrosia. Egli prudentemente non contraddì. Però crediamo che pregasse molto per questo perché poco alla volta le Suore si levarono tante idee e quando le vide più sicure e persuase, le incoraggiò di fare le necessarie pratiche per l’acquisto, consigliandole, dirigendole (…) Difficoltà ce ne furono tante, ma finalmente nell’anno 1910 nel mese di Giugno ai 22 con atto registrato a Rapallo il 9 Luglio 1910 si fece detta compera (…) Il Municipio si diè subito pensiero di farlo dissodare, conforme alle speciali disposizioni di legge. Le Suore intanto (…) si raccomandarono alle migliori famiglie, come alle meno agiate, per trovare offerte onde mettere insieme la somma necessaria per far costruire una casa. Non è a dire i passi e gli atti umili fatti, ma coll’aiuto di Dio trovarono corrispondenza. Nel mese di marzo 1911 il M.R. Padre Urbano benedisse la prima pietra che è posta nell’angolo a sinistra, verso San Siro all’entrata della Casa (…) Il disegno della Casa fu fatto dal M.R. Padre Giuseppe da Genova, Ministro Provinciale. Il giorno 25 Maggio 1912 il M.R. Padre Urbano da Voltri, Definitore Provinciale Cappuccino (…) benedì la Cappella (…) celebrò la Santa Messa, indi la benedizione col Venerabile, così da questo giorno restò tra noi Gesù Eucaristico».
Dal 1940 fino al termine della Seconda guerra mondiale la Casa ospita famiglie di sfollati, militari territoriali e disoccupati e le Terziarie si occupano di sfamare una media di 58 persone al giorno; il 28 luglio 1944 un bombardamento, in cui restano uccisi due ricoverati e feriti gravemente dieci, rende l’edificio inabitabile, pertanto le Suore e i ricoverati sono costretti a trasferirsi nella Casa della Divina Provvidenza. Dal 1946 al 1964 le Cappuccine continuano a distribuire razioni di minestra e pane ai poveri e ai disoccupati per conto delle Opere Assistenziali, sempre presso la Casa della divina Provvidenza dove le Cappuccine dirigono l’Istituto delle Suore Maestre Pie della Presentazione.
Nell’Ordinamento Villa l’intero Fondo era conservato nella serie Case chiuse A-Z nella busta denominata: “S. Margherita L. Opera Pellerano-Rainusso” insieme ad un recente carteggio tra la Madre generale e la Superiora provinciale italiana in merito alla chiusura definitiva della Casa di riposo avvenuta nel 1992. In un ultimo versamento del gennaio 2017 l’ASCG ha acquisito dall’Archivio della Provincia italiana un registro della Cronaca che, avendo come estremo recente l’anno 1972, giuridicamente afferiva alla Curia generale. Il Fondo è articolato nelle serie Cronaca e Costituzioni.
Estremi cronologici: post 1897 - 1972 lug. 14
Consistenza: n. 1 busta e nn. 2 registri
serie CRONACA
Estremi cronologici: ca. 1907 - 1972 lug. 14
Consistenza: n. 1 busta e n. 1 registro
Descrizione: La serie consiste in un fascicolo e in un registro di memorie. Il primo, “Memorie del principio della casa di S.ta Margherita Ligure. Aperta l'anno 1905 ai 5 del mese di Aprile”, è un fascicolo sciolto estrapolato da un’antica Cronaca, redatta con molta probabilità in Curia, in cui si teneva memoria delle fondazioni, e successivamente sfascicolata, la cui ultima registrazione risale al 1912. Nel registro “Libro di Cronaca Casa di S[an]ta Margherita” la narrazione riprende per sommi capi gli inizi della fondazione ma l’effettiva redazione comincia solo il 15 settembre 1918 per terminare nel 1972 . Nel documento sono altresì elencati i benefattori iniziali dell’Opera, le Superiore che si sono succedute nella direzione della Comunità dal 1905 e i legati in SS. Messe. Della serie fanno parte due fascicoli a stampa: il primo illustra gli obbiettivi della Congregazione di carità di S. Margherita Ligure, promotrice dell’Opera affidata alle Terziarie Cappuccine, e il secondo riguardante l’inaugurazione ufficiale della Casa dove è altresì definita l'attività delle stesse.
serie COSTITUZIONI
Estremi cronologici: post 1897 lug. 8
Consistenza: n. 1 registro
Descrizione: La serie contiene una copia manoscritta delle Costituzioni generali delle Suore Terziarie Cappuccine date e approvate da mons. Filippo Allegro nel 1897 ad uso della Casa di Santa Margherita Ligure ed ancora in vigore al tempo dell’ingresso delle Terziarie nel ricovero.