Varazze è un comune in provincia di Savona posto sulla costa della Riviera delle Palme. Il Feudo varazzino fu costantemente conteso, fin dal Medioevo, tra i comuni di Savona e Genova, per la fiorente attività di costruzioni di navi. Dopo essere passata nel 1797 da dominio della Repubblica di Genova a quella Ligure, in seguito alla prima campagna d’Italia di Napoleone, nel 1861 Varazze entra a far parte del Regno d’Italia, fino al 1927 nell’omonimo circondario di Savona in provincia di Genova. Dopo il 1927, col riordinamento dei Comuni, diviene provincia di Savona, della cui diocesi fa anche parte.
«Il giorno 5 Marzo 1913, il Martirologio Romano fa menzione della deposizione di San Giovanni Giuseppe della Croce, dell’Ordine dei Min[ori] Scalzi di San Pietro d’Alcantara, promotore della famiglia Italiana e primo Provinciale, che emulando lo zelo dei S.S. Francesco d’Assisi e Pietro d’Alcantara aggiunse un insigne ornamento all’Ordine Serafico. Nel sud[d]etto giorno si è aperta in Varazze la Casa delle Suore Ter. Cappuccine di Loano a scopo dell’assistenza degli infermi a domicilio; fondazione effettuata per munificenza della Pia Signora Angela Piccone ved. Cerruti da Varazze (…) La Superiora Suor Ermenegilda di San Alipio [Pescio] Suor Albertina di San Gio.Battista [Ventimiglia] Suor Rachele dell’Assunzione [Cavalleri] zelarono alacremente l’iniziativa per poter addobbare una Cappella onde poter degnamente ospitare Gesù Sacramentato. Le prime che ci concorsero per la lodevole iniziativa furono le nostre Suore di S.ta Margherita, le quali ci mandarono l’altare della Casa in legno, con paglio [pallio] pirografato».
«Le Suore furono chiamate a Varazze per la nobile missione dell’assistenza agli infermi, dall’ottima signora Angela Piccone ved. Cerruti, per consiglio e a mezzo del R. P. Candido d’Arzeno Cappuccino. Fecero il loro ingresso nella Casa il 5 marzo 1913». Dal 1914 risulta che le Suore abitino in una casa di proprietà dell’Istituto in via Salita Cappuccini, poi Salita S. Francesco n° 7, nel circondario della parrocchia di S. Ambrogio, nel centro storico cittadino. La cappella interna è dedicata al SS.mo Redentore. Questa Casa è stata una delle ultime, tra quelle più antiche, ad essere chiuse dalla Provincia italiana che ne ha acquisito l’archivio proprio nel febbraio 2011.
Nell’Ordinamento Villa il Fondo si trovava all’interno della serie Case chiuse nella busta denominata: “Varazze. Casa assistenza” insieme ad un’esigua documentazione afferente alla Curia. I presenti documenti, quando furono ordinati da Madre Villa, non appartenevano precisamente ad una Casa chiusa, ma piuttosto ad un’attività cessata, dovuta all’esiguo numero di Suore rimaste a Varazze. Essi vanno a formare due serie, Cronaca e Registri assistenza infermi, che hanno un raro carattere di integrità, a differenza di altri archivi propri di Case fondate nei primi anni di espansione dell’Istituto.
Estremi cronologici: 1913 marzo - 1966
Consistenza: n. 1 busta e nn. 4 registri
serie REGISTRI DELL’ASSISTENZA DEGLI INFERMI
Estremi cronologici: 1913 – 1966
Consistenza: nn. 2 registri
Descrizione: La serie consiste in due registri dove veniva certificata l’attività di assistenza degl’infermi a domicilio, da notificare periodicamente sia alla Curia generale che alle autorità civili. Questa tipologia di documentazione, molto diffusa nelle Case italiane, nel fondo di Varazze risulta non solo una delle più integre, perché senza lacune temporali, ma altresì la più esatta nella registrazione dei dati, ovvero il nome e cognome dell’assistito/a, le condizioni economiche, il tipo di malattia, i giorni e le notti dell’assistenza e l’ammontare dell’offerta corrisposta. Il primo registro, copia ufficiale che viene vidimato nelle visite della Madre generale, comprende registrazioni a partire dal I semestre 1913 fino al I semestre 1966, e vi sono riportate “in bella copia” quelle contenute nel secondo registro, di fattura più dozzinale, che costituisce pertanto il suo brogliaccio a partire dal 1939.
serie CRONACA
Estremi cronologici: 1913 mar. 5 – 1963
Consistenza: n. 1 busta e nn. 2 registri
Descrizione: La serie è costituita da due registri la cui titolazione ben identifica il carattere delle registrazioni, che più che una narrazione di eventi, testimoniano prevalentemente i movimenti che avvengono nella Casa, ovvero quelli delle Suore, le visite della Madre generale, del Ministro provinciale e dei frati dell’Ordine in occasione della predicazione di ritiri spirituali. Secondo una tradizione ben radicata tra le Terziarie, nei memoriali si fa costante nota dei benefattori e dei loro doni. Il primo registro inizia con un sintetico memoriale dei primi cinquant’anni dall'apertura della Casa, avvenuta con «(…) l’ingresso in cotesta gentile cittadina fra l’entusiasmo di tutta la popolazione» il 5 marzo 1913. Anche il secondo registro riprende sinteticamente gli eventi che interessano la Casa a partire dalla fondazione fino all’anno con cui si chiude il precedente libro di cronaca; le registrazioni sono alquanto concise e, fino al novembre 1953, per lo più telegrafiche. Il terzo documento che compone la serie è un fascicolo, estrapolato da un registro, nel quale si ripercorrono, sempre a partire dall'apertura, i cinquant’anni dalla fondazione (1963) facendo memoria, quasi esclusivamente, dei doni ricevuti dai benefattori varazzini. In una carta sciolta è trascritto il solenne prologo della cronaca della fondazione.
«Il giorno 5 Marzo 1913, il Martirologio Romano fa menzione della deposizione di San Giovanni Giuseppe della Croce, dell’Ordine dei Min[ori] Scalzi di San Pietro d’Alcantara, promotore della famiglia Italiana e primo Provinciale, che emulando lo zelo dei S.S. Francesco d’Assisi e Pietro d’Alcantara aggiunse un insigne ornamento all’Ordine Serafico. Nel sud[d]etto giorno si è aperta in Varazze la Casa delle Suore Ter. Cappuccine di Loano a scopo dell’assistenza degli infermi a domicilio; fondazione effettuata per munificenza della Pia Signora Angela Piccone ved. Cerruti da Varazze (…) La Superiora Suor Ermenegilda di San Alipio [Pescio] Suor Albertina di San Gio.Battista [Ventimiglia] Suor Rachele dell’Assunzione [Cavalleri] zelarono alacremente l’iniziativa per poter addobbare una Cappella onde poter degnamente ospitare Gesù Sacramentato. Le prime che ci concorsero per la lodevole iniziativa furono le nostre Suore di S.ta Margherita, le quali ci mandarono l’altare della Casa in legno, con paglio [pallio] pirografato».
«Le Suore furono chiamate a Varazze per la nobile missione dell’assistenza agli infermi, dall’ottima signora Angela Piccone ved. Cerruti, per consiglio e a mezzo del R. P. Candido d’Arzeno Cappuccino. Fecero il loro ingresso nella Casa il 5 marzo 1913». Dal 1914 risulta che le Suore abitino in una casa di proprietà dell’Istituto in via Salita Cappuccini, poi Salita S. Francesco n° 7, nel circondario della parrocchia di S. Ambrogio, nel centro storico cittadino. La cappella interna è dedicata al SS.mo Redentore. Questa Casa è stata una delle ultime, tra quelle più antiche, ad essere chiuse dalla Provincia italiana che ne ha acquisito l’archivio proprio nel febbraio 2011.
Nell’Ordinamento Villa il Fondo si trovava all’interno della serie Case chiuse nella busta denominata: “Varazze. Casa assistenza” insieme ad un’esigua documentazione afferente alla Curia. I presenti documenti, quando furono ordinati da Madre Villa, non appartenevano precisamente ad una Casa chiusa, ma piuttosto ad un’attività cessata, dovuta all’esiguo numero di Suore rimaste a Varazze. Essi vanno a formare due serie, Cronaca e Registri assistenza infermi, che hanno un raro carattere di integrità, a differenza di altri archivi propri di Case fondate nei primi anni di espansione dell’Istituto.
Estremi cronologici: 1913 marzo - 1966
Consistenza: n. 1 busta e nn. 4 registri
serie REGISTRI DELL’ASSISTENZA DEGLI INFERMI
Estremi cronologici: 1913 – 1966
Consistenza: nn. 2 registri
Descrizione: La serie consiste in due registri dove veniva certificata l’attività di assistenza degl’infermi a domicilio, da notificare periodicamente sia alla Curia generale che alle autorità civili. Questa tipologia di documentazione, molto diffusa nelle Case italiane, nel fondo di Varazze risulta non solo una delle più integre, perché senza lacune temporali, ma altresì la più esatta nella registrazione dei dati, ovvero il nome e cognome dell’assistito/a, le condizioni economiche, il tipo di malattia, i giorni e le notti dell’assistenza e l’ammontare dell’offerta corrisposta. Il primo registro, copia ufficiale che viene vidimato nelle visite della Madre generale, comprende registrazioni a partire dal I semestre 1913 fino al I semestre 1966, e vi sono riportate “in bella copia” quelle contenute nel secondo registro, di fattura più dozzinale, che costituisce pertanto il suo brogliaccio a partire dal 1939.
serie CRONACA
Estremi cronologici: 1913 mar. 5 – 1963
Consistenza: n. 1 busta e nn. 2 registri
Descrizione: La serie è costituita da due registri la cui titolazione ben identifica il carattere delle registrazioni, che più che una narrazione di eventi, testimoniano prevalentemente i movimenti che avvengono nella Casa, ovvero quelli delle Suore, le visite della Madre generale, del Ministro provinciale e dei frati dell’Ordine in occasione della predicazione di ritiri spirituali. Secondo una tradizione ben radicata tra le Terziarie, nei memoriali si fa costante nota dei benefattori e dei loro doni. Il primo registro inizia con un sintetico memoriale dei primi cinquant’anni dall'apertura della Casa, avvenuta con «(…) l’ingresso in cotesta gentile cittadina fra l’entusiasmo di tutta la popolazione» il 5 marzo 1913. Anche il secondo registro riprende sinteticamente gli eventi che interessano la Casa a partire dalla fondazione fino all’anno con cui si chiude il precedente libro di cronaca; le registrazioni sono alquanto concise e, fino al novembre 1953, per lo più telegrafiche. Il terzo documento che compone la serie è un fascicolo, estrapolato da un registro, nel quale si ripercorrono, sempre a partire dall'apertura, i cinquant’anni dalla fondazione (1963) facendo memoria, quasi esclusivamente, dei doni ricevuti dai benefattori varazzini. In una carta sciolta è trascritto il solenne prologo della cronaca della fondazione.