Il primo documento è una filza, titolata: “Prospetto cronologico di tutte le Fondazioni d'Italia, d'America e di Africa O.I”2 redatto nel 1940 è in doppia copia dattiloscritta; il secondo documento è un registro titolato: “Case dell'Istituto. Date di fondazione” e comprende un arco cronologico che va dal 1885 al 19583. Redatto in buona parte da Madre Angelica Pisano, durante il generalato di Madre Anacleta ne prosegue l’aggiornamento sr. M. Pia Vernazza e poi la successiva Segretaria; il terzo è un registro denominato: “Elenco delle proprietà immobiliari dell'Istituto [...] comprese quelle provenienti da acquisti fatti o donazioni ricevute da terzi [...]”4. Dai primi due abbiamo tratto le notizie riportate in ogni fondazione.
1885
Il 23 gennaio è fondato l’Istituto delle Terziarie Cappuccine di Loano. Fu il cosiddetto Conventino di Loano la Porzincola dell’Istituto e, quando dalla ristrettezza di esso [nel dicembre 1885 n.d.A.] passarono alla Villa dell’Angelo, l’Istituto prese a svilupparsi come il seme di cui parla il Vangelo; la Casa-culla s’ingrandì ed ebbe il titolo che ben le conveniva di Casa-madre. In essa venne eretto canonicamente il Noviziato nel giorno 6 novembre 1911. A Loano le Suore professe attendono all’assistenza dei malati a domicilio, all’istruzione catechistica per fanciulli, laboratorio femminile di cucito e ricamo. Lavorazione di fiori artificiali per Chiesa, lavori di maglieria a macchina, continuando così quella multiforme missione di bene che la Madre Francesca voleva esercitata dalle sue figlie. Durante la Grande guerra venne affidato alle Suore, nella città di Loano, il Tubercolosario militare, ove prestarono la loro opera di carità ancora per un anno dopo la guerra, e cioè per tutto il 1919.
1886
Leggi di piùIl 9 dicembre è aperta la casa dei “Sacri Cuori di Gesù e di Maria” a Voltri. Chiamate dalla Congregazione di carità per l’assistenza dei malati poveri a domicilio e per la classe operaia, sussidiate dalla stessa Congregazione di carità e dal Municipio (fino al 1938). L’opera caritatevole delle Suore si distinse specialmente nelle varie epidemie ove anche maggiori furono i frutti di bene. Epidemie di vaiuolo verso la metà del 1889 che assistettero nel Lazzaretto e nelle case con vero spirito di abnegazione. Nel giugno e nel luglio del 1902 le Suore assistettero pure i vaiuolosi di Cascine Cile (comune di Mele); indi nel 1911, dal 12 agosto al 5 settembre, e dal 20 settembre al 14 ottobre, assistettero i colerosi nel Lazzaretto.
1888
Leggi di piùFondata nel 1888 il 15 marzo in Salita Turchine, 9, è aperta la casa di “Maria Immacolata” a Genova. Indi trasferita in via Caffaro Peralto, 15, sede della Casa generalizia dell’Istituto. Questa fondazione deve la sua attuazione al M.R.P. Giuseppe da Genova, con la cooperazione di P. Pietro da Voltaggio, P. Pietro da Coronata, P. Fedele da Nicosia e P. Luigi da Stella, cappuccini che, presso famiglie amiche e facoltose, prodigarono aiuto alle Suore. L’attuale Casa di via Madre Rubatto si ebbe per la munifica carità del Marchese GianBattista Carrega. Ha per scopo l’assistenza degli infermi a domicilio, l’educazione religiosa e civile delle orfanelle e un laboratorio femminile per signorine. Si assistono in media da 200 a 250 ammalati l’anno.
1889
L’8 gennaio è aperta la casa del “Divin Salvatore” a Sanremo. Le Suore furono chiamate dal R. P. Candido cappuccino per incarico della sig.a Teresa Dolesi ved. Barillari, donna pia e facoltosa, la quale desiderava fondare una casa di Suore con lo scopo di proteggere ed accogliere le domestiche disoccupate che vengono a Sanremo in cerca di lavoro. Abitarono prima in una baracca in legno fabbricata nel terreno della sig.a Dolesi comprata da P. Candido nel tempo del terremoto del 1887, indi, con l’appoggio di detto Padre, e l’aiuto finanziario della sig.a Dolesi e di altre persone facoltose, si costruì la nuova casa ove le Suore entrarono nel 1901. Nello stesso anno compariva il vaiuolo in Sanremo e la madre Francesca offerse la Casa e le Suore per l’assistenza dei vaiuolosi. Due anni dopo il Municipio affidava definitivamente alle Suore in Sanremo il Lazzaretto dove operano quando si presentano casi di malattie infettive. Nel 1901, morendo la sig.a Dolesi, lasciava alle Suore parte del suo patrimonio per attuare l’opera di protezione ed assistenza delle domestiche.
Nelle “Memorie dei principi della casa di Loano” sr. M. Angelica Pisano rievoca gli inizi della fondazione a Sanremo, alla quale lei stessa partecipò come 'Sorella maggiore' incaricata della fraternità:
«(…) nel 1889 il R. P. Candido da Ranzo s’interessò presso la Rev. Madre per avere alcune Suore per Sanremo (…) nel mese di gennaio le Suore vanno accompagnate dalla Madre e prendono alloggio nella baracca. Erano: Suor Giuseppina, Suor Maddalena e Suor Felicita, con un’aspirante Teresa Ceccarelli.
Il 14 Febbraio passa da Loano la Madre: mi chiama e mi accompagna a Sanremo lasciandomi come sorella maggiore. Per timore che ci mancasse il mangiare ricordo sempre che fece venire dal Piemonte un sacco di polenta macinata e passata che pesava 65 chili. Eravamo così poche che alla fine di Maggio ne avevamo ancora (…) nonostante che tutti i giorni si mangiasse polenta. Quanto uso di polenta abbiamo fatto con insalata fresca! Tutte le sere era la nostra cena e noi si mangiava col miglior appetito.
Quell’inverno abbiamo preso molto freddo in quella baracca. A mezzogiorno, per scaldarci, uscivamo nelle fesce soprastanti a scaldarci al sole. Il R. P. Candido ci esortava al lavoro e al sacrifizio; ci animava a confidare nel Signore che presto in quel terreno stesso sarebbe sorta una casa grandiosa, che le Suore dovevano fare tanto bene, che avremmo aperto un dormitorio-ricovero per le domestiche disoccupate che andavano in cerca di lavoro a Sanremo [chè] questo era il fine della signora Teresa Dolese nel lasciare tutto il fatto suo. Ricordo che più volte [sia] alla Madre [che] a me prima di morire diceva: “Ricordino loro due e lo lascino obbligatorio alle Suore che, in obbligo di coscienza, devono prendere l'impegno di occuparsi di queste povere giovani che vanno in servizio, e di aiutarle quanto possono (…) in questa casa hanno da salvare molte anime dai pericoli e seduzioni del mondo, da cui è circondata tanta incauta gioventù”. (…)
Si lavorava nella baracca di cucito e di calze, ma si guadagnava poco o niente. I malati non si conoscevano ancora. La signora Dolese ci mandava qualche cosa per la sua fida Bianchina, che le era di compagnia. La Bianchina fu benemerita per noi. Alla morte della Dolese venne in Comunità eseguendo a puntino gli ordini del R. P. Candido. Vestì in Dicembre l’abito religioso del nostro Istituto l’anno 1902 e morì nel Settembre del 1925. Prese il nome di Suor Teresa di san Candido. Lavorò fino agli ultimi anni. Il suo spirito semplice e retto, la sua mortificazione, l’amore all’Istituto e specialmente alla Casa di Sanremo, restarono di edificante ricordo. Tutta la proprietà di Sanremo, e qualche cosa ancora, si deve alla munificenza della signora Teresa Dolese, alla cooperazione del R. P. Candido e alla fedeltà di Suor Teresa Vigo (Bianchina).
Ricordo un fatto avvenuto nella baracca di Sanremo: aveva un unico sant’Abito ogni Suora e non potevamo cambiarcelo nè bagnarlo. Il R. P. Candido ci aveva avvisate che sarebbe venuto da noi il Sig. Curato della Parrocchia a benedire, perché si avvicinava la S. Pasqua. Noi si desiderava preparare, tutto pulito quanto più si poteva, perché la nostra baracca facesse una bella figura, tanto ci eravamo affezionate [ad essa]. Quindi al lunedì lavammo i copriletti, le lenzuola ecc. per fare un buon bucato alla nostra biancheria. Ci chiudemmo in cucina, ci levammo il sant’Abito per non bagnarlo e guastarlo (era unico), ci fasciammo la testa con un fazzoletto e ci mettemmo al lavoro avendo avvertito l’aspirante Teresa di sbrigare essa la gente.
Ma intanto il Sig. Curato anticipò i giorni della benedizione delle case e proprio quel giorno che la baracca era in disordine, e che noi non eravamo [in grado] di poterci presentare, suona il campanello: è il Sig. Curato che si presenta per benedire! Come fare? Impossibile farlo entrare, non si può! “Teresa, dica che non si può”. Quel povero e buon Curato dovette rassegnarsi e tornare indietro. Noi restammo tristi, scorcertate, abbattute, eppure non si poteva fare diversamente. Alla sera però venne Padre candido ansante: “E che cosa avete fatto, figlie!”, diceva quasi piangente (il Sig. Curato era andato da lui a farle la riferta). “Si calmi, Padre candido”, gli si diceva “e ascolti!”, ma il dolore era più forte di lui. Finalmente (…) gli narrammo l’accaduto e andò poi a scusarsi presso il Sig. Curato (…)»1.
1 ASCG, serie Cronaca, Storia dell’istituto di sr. M. Angelica Pisano: Memorie dei principi della casa di Loano.
1889
Il 17 agosto è aperta la casa di “S. Leonardo da Portomaurizio” a Portomaurizio per accondiscendere al desiderio di S. Ecc. Mons. Filippo Allegro e dietro sollecito invito del Comm. Giambattista Beccaro, benefattore. Lo scopo è l’assistenza degli infermi a domicilio. Prima abitarono in un appartamento vicino alle Clarisse e poi, dal 1900 al 1902 nel nuovo Convento dei PP. Cappuccini per volontà del R. P. Pietro da Quinto, provinciale, onde custodirlo, indi passarono nella casa di via Pagliari, dove sono tuttora. Nel 1902 prestarono assistenza al Lazzaretto per casi di epidemia. Durante la Grande guerra prestarono servizio anche negli Ospedali militari di Portomaurizio.
È ancora sr. M. Angelica Pisano che, nelle sue interessanti “Memorie […]”, narra gli inizi delle Terziarie a Porto Maurizio:
«(…) Nel mese di agosto 1888 fu aperta la casa a Portomaurizio. La Madre Francesca vi accompagnò tre Suore e come Superiora vi lasciò Suor Teresa del Crocifisso. Presero in affitto un piccolo appartamento vicino alle Monache Clarisse. Suor Teresa raccontava che arrivarono dopo pranzo. L’appartamento era senza nulla, pochi lettini da montare che aveva dato in elemosina il Vescovo di Albenga, Mons. Filippo Allegro. Erano vecchi, avanzo del Seminario. Vi erano poche sedie tarlate, non tanto per sedersi, e un tavolo logoro. Non scodelle, né piatti e casseruole. Per cena comperarono un po’ di latte, ma dove farlo scaldare? Casseruole non ce n’erano. Stava nella stessa scala un Canonico, don Rembadi, il quale offrì alle Suore casseruole, scodelle e l’occorrente. Per un tempo vi fu penuria di tutto, ma a poco a poco le famiglie regalarono qualche oggetto e qualche elemosina venne anche dal Sig. Comm. GiamBattista Beccaro che aveva sollecitato la Madre di fondare una Casa a Portomaurizio.
In quei tempi non vi era acqua potabile al Porto Maurizio, ossia era scarsa per essere [una zona] montuosa. Le Suore raccontavano che l’acqua del catino per lavarsi la faccia la facevano servire per due mattine, e qualche volta anche tre, specialmente d’inverno e quando pioveva, perché l’acqua si doveva andare a prenderla fuori, colla secchia. Anche a Porto Maurizio si era messa la macchina per fare le calze e si lavorava con le persone, per guadagnare qualche cosa: per un paio di calze si prendevano 40 centesimi e poi 50, sicchè scarso era il guadagno. In Casa non vi era Cappella e non avevamo i mezzi per pensarci. Andavamo a Messa in Parrocchia, non vi erano Padri per attendere alle Suore: non potevano sentire mai un po’ di Parola di Dio adatta al loro spirito. Supplivano a questo, però, le visite frequenti della Madre, ed avendo poi conosciuto il Rev. Padre Amoretti, missionario di san Vincenzo che era a Porto Maurizio e che sovente vi si recava per le Suore di san Vincenzo, la Madre lo pregò che volesse anche andare a fare qualche esortazione alle nostre Suore, e di buon gradò vi andò.
Due o tre anni dopo le Suore cambiarono alloggio e si stabilirono in via Giunchetto. L’alloggio più grande permise che si facesse la Cappella con l’aiuto dei benefattori, e s’incominciò a respirare. Intanto il M.R.P. Filomeno da Coronata, Cappuccino, si dedicò a fare la Chiesa e il Convento per i Padri; con questo motivo sovente andava a Porto, diceva qualche S. Messa nella Cappella delle nostre Suore e faceva anche qualche istruzione religiosa (…).
Nel 1901 era terminata la Chiesa dei Cappuccini e il Convento dei RR. Padri. Il M.R.P. Filomeno era morto e, non so per quali motivi, il M.R.P. Provinciale, allora P. Pietro da Quinto, ritardò l’apertura di quel Convento e parlò con la Madre Francesca per mandare le Suore a custodirlo. Si trasferirono lì le Suore e vi si fermarono fino all’ottobre o novembre del 1902.
Anche di là si dovette sloggiare. Le Suore rigirarono e rigirarono per trovare una casa un’altra volta e finalmente fissarono la casa dei Marchesi Gavotti, un appartamento abbastanza grande con una bella arcata ariosa che supplisce la mancanza di un po’ d’orto, [per cui] si pagavano £ 300 annuali. Ma venne il giorno che gli eredi determinarono di vendere i beni ed era l’anno 1921. Che fare? Cercare un altro alloggio? Suor Filippina, che era Superiora della casa, con altre Suore si mise all’opera cercando benefattori che le aiutassero per poterla comperare. Aiutate infatti un po’ dalla popolazione e da qualche risparmio, misero insieme la somma necessaria, non so se 14000 o 16000 lire e la comperarono. Or dunque, dopo oltre 25 anni, sono in casa propria (…)».
ASCG, serie Cronaca, Storia dell’istituto di sr. M. Angelica Pisano: Memorie dei principi della casa di Loano.
1890
Il 1° gennaio le Suore entrano alla direzione dell’Ospedale civile “S. Nicolò” di Levanto chiamate dal R. D. Cinollo, Presidente della Congregazione di carità, per migliorare le condizioni economiche dell’Ospedale, assai depresso, dietro consiglio della Marchesa Giorgina Tagliacarne, divenuta poco tempo dopo suora tra le Figlie di Carità di san Vincenzo. Probabilmente nell'Ospedale venivano ricoverati anche casi particolari: ammalati di polmonite influenzale, specialmente operai, muratori e minatori delle gallerie di lavoro. Per circa venti giorni vi fu ricoverata una donna inizialmente ritenuta semipazza e poi ossessa.
[Nel 1891 n.d.A.] sottentrava a Suor Scolastica, in qualità di Superiora, Suor M. Caterina della santa Croce (Patrone), che vi trascorse dieci anni, morendo ivi vittima di carità per tifo contratto nell’assistenza ai tifosi il 28 luglio 1899.
1892
Leggi di piùIl 27 maggio le Suore entrano alla direzione dell’Ospedale italiano di Montevideo (UR). Erano trascorsi appena sette anni dalla fondazione dell’istituto, quando il M. R. P. Angelico da Sestri ponente ofmcap, che era stato chiamato per la Missione nell’America del Sud, venne personalmente in Italia a prendere le Suore per l’Ospedale italiano di Montevideo (l’Umberto I). Le Suore si distinsero per spirito di carità e di sacrifico fino all’eroismo. Ne fa testimonianza il fatto che, verificatosi nel 1913 nell’Ospedale un caso di peste bubbonica, le Suore restarono ferme al loro posto e, clausurato lo stabilimento, vi restarono, prive anche dei conforti religiosi, e continuarono a prodigarsi con ammirabile fortezza d’animo presso i sofferenti, esponendo la loro vita. Una di esse, Suor M. Pacifica di san Francesco (Mariani) da Lissone, di anni 28, fu vittima della carità perché, trovandosi il colpito dal morbo nella sala da lei attesa, con eroica carità continuò ad assisterlo e venne colpita dallo stesso terribile morbo (...) Altra vittima di carità nel 1917 fu Suor M. Antonia di san Nicola (Camisetti) da Montevideo che restò vittima, per soccorrere un operaio, di un’improvvisa esplosione di gas. Il 26 dicembre le Suore entrano alla direzione dell’Ospedale italiano di Rosario Santa Fé (AR)
“V.G.M.
Ospedale Italiano - Rosario 20.1.41
R.ma Madre Generale Suor M. Anacleta,
Per ordine della R. Madre Delegata, mi pregio di dare alcuni dati della Fondazione di questo Ospedale, che sono quanto segue:
L’Ospedale Italiano in Rosario ebbe la sua Fondazione il 10 Gennaio del 1892 e decide che, all’atto stesso della inaugurazione, il Comitato faccia la consegna dell’edifizio alla nuova Commissione Amministrativa composta da vari Medici. A Capo il Dott. A. De Negri che, ad unanimità, fu il primo Presidente che seppe con tatto speciale condurre a buon porto le pratiche iniziate coll’ordine religioso delle Suore Terziarie Cappuccine di Loano per dare all’Ospedale la valida cooperazione delle Suore. Le prime furono: Suor M. Gaetana di S. Biagio, Suor M. Chiara del S[S].mo Sacramento, Suor M. Filippa, Suor Mariana e Suor Elisabetta, accompagnate dalla Madre Fondatrice Suor M. Francesca di Gesù.
L’Ospedale l’anno 1892 contava [con] pochi ammalati; al presente si assistono annualmente 5.000 ammalati interni e 134.000 negli ambulatori esterni. Nei suoi quasi 50 anni di fondazione nell’Ospedale vi furono tante conversioni [fra i quali] alcuni di setta massonica.
Nell’anno 1913 apparve la peste bubbonica che obbligò alla temporanea chiusura dello stabilimento e mietè una vittima nella persona di Suor M. Pacifica che spontaneamente si offrì per assistere gli appestati contraendone il germe. Ad onorare la memoria della Suora, l’Amministrazione fece collocare nella galleria dell’Ospedale una lapide colle seguenti epigrafi:
«Fra queste mura dell’Ospedale, votate alla pietà dei sofferenti, Suor M. Pacifica, Terziaria Cappuccina, al secolo Ida Mariani, miracolo di carità, affrontò serena l’insidia della peste, contraendone il germe che trentenne la spense. Il Consiglio Amministrativo dell’Ospedale volle questo marmo ricordasse perennemente il sacrificio della Suora».
Il giorno 10 Gennaio dell’anno 1939, anniversario della fondazione, dando principio con una solenne Santa Messa, la Commissione volle riconoscere col fare la consegna del Diploma di benemerenza a quelle Suore che nel loro 25mo anno cooperarono al progresso spirituale e materiale dell’Ospedale, che sono le seguenti: Suor M. Onorata di S. Silvestro, Suor M. Gregoria di S. M[ichele] Arcangelo e Suor M. Severina di S. Giuseppe.
Con tutto rispetto presento i miei filiali saluti estensibile a tutte le R.de Madri.
Sua Um. figlia
Suor M. Onorata di San Silvestro
Suor M. Gregoria di San M. Arcangelo, Vicaria
Suor M. Severina di San Giuseppe, Assistente”.
(ASCG serie Case Istituto, Hospital Italiano Garibaldi di Rosario (AR): lett. sr. M. Onorata di San Silvestro, Superiora (Rosario, 20/01/1941)].
1893
Leggi di piùÈ aperta la casa di “S. Elena” a Montevideo (UR). È sede della Delegazione e ha per scopo l’assistenza degli infermi a domicilio. L’inizio di questa fondazione si può dire sia stato il dolore che costrinse la madre Francesca nella necessità di provvedere una Casa di comunità perché due Suore si ammalarono nell’Ospedale italiano e bisognava curarle. Dapprima fu una modesta abitazione offerta dalla carità di una buona signora, Isidora Ussoz de Canijos Villanueva, la quale benevolmente si prestava pure all’assistenza delle due inferme. Indi, aumentando il numero delle Suore sane venute dall’Italia, e cominciando a prestarsi per l’assistenza dei malati a domicilio, la Divina Provvidenza, a mezzo di ottime benefattrici con a capo la sig.a Elena Heber de Gallinal e la sig.a Dolores Rivera, si ebbe l’attuale Casa che si stabilì per sede della Delegata. In seguito venne canonicamente eretto, in una parte riservata della stessa Casa, il Noviziato. Vi è pure annessa una scuola Accademia intitolata “Madre Francesca di Gesù” alla quale assistono oltre un centinaio di signorine, che ricevono pure istruzione religiosa. Nell’anno 1932 si fondò pure un’Associazione di Maestre e Studenti cattoliche col nome di sant’Elena (…) fondatore e direttore è S. Ecc. Mons. Antonio Barbieri.
1895
Leggi di piùL’11 novembre è aperta la casa di Rosario Santa Fé (AR). È un educandato e una scuola per esterne, ma svolge anche assistenza degli infermi a domicilio. Dapprima s’iniziò una modesta scuola per esterne che man mano migliorò in Collegio, ove si raccolsero pure alunne interne. Ivi si costituirono le varie Congregazioni a scopo di coltivare lo spirito e il fervore. Quella degli Angeli custodi, le Figlie di Maria, la Guardia d’onore e l’Associazione delle ex-alunne dell’insegnamento della Dottrina cristiana. È aperta la casa di Belveder (sobborgo di Montevideo) Collegio “S. Giuseppe della Provvidenza”. Questa Casa gode il privilegio d’essere stata fondata dalla Rev. M. Francesca di Gesù (…) le costò lacrime e sofferenze grandi, e fu la prima proprietà della Comunità in America, avuta per mezzo di vari benefattori. Lo scopo che ebbe la madre Francesca fu Collegio per ragazze povere, laboratorio femminile di cucito e ricamo e l’insegnamento della Dottrina cristiana. Essa stessa andava in cerca dei bambini poveri, nelle famiglie che vivevano nei numerosi ranchitos di quella località, ancora poco civile, e all’occorrenza faceva battezzare i bambini e regolarizzare i matrimoni (…) Nel 1939 si è aperto un Aspirandato per coltivare le vocazioni religiose. Nella Casa di Belvedere vi è un’Infermeria per le Suore vecchie ed inferme, essendo questa Casa in una bellissima posizione e fornita di una villa dove le inferme possono godere aria e sole. Vi è annesso pure un pensionato per signore sole.
1896
Leggi di piùÈ aperta la casa di Alberdi (sobborgo di Rosario). Ha per scopo una scuola per le fanciulle. Questa Casa venne aperta dalla Rev. M. Francesca in un sobborgo di Rosario, ora tutta città, allo scopo di educare cristianamente e civilmente le fanciulle del popolo. Fu dapprima una modesta casa di affitto e le Suore erano sussidiate dal Governo e dalla Società di san Vincenzo. In seguito, vedendo il bene che facevano le Suore, il governo donò il terreno per costruirvi un Collegio che costò fatiche e sacrifici non pochi. Sono erette nel Collegio la Congregazione delle Figlie di Maria, l’Azione cattolica e l’Associazione delle ex-alunne.
1897
Il 2 febbraio le Suore entrano alla direzione dell’Ospizio di carità “Pellerano-Rainusso” di S. Margherita ligure. Chiamate dalla Congregazione di carità per opera dei RR. PP. Giuseppe da Genova e Filomeno da Coronata, le Suore furono proposte al Dott. Alberti, che fece pratiche per averle alla direzione dell’Ospizio (…) L’opera paziente e caritativa svolta dalle Suore nel pio ricovero, ottenne frutti mirabili di conversioni fra quei poveri vecchi d’ambo i sessi.
1898
Leggi di piùIl 1° gennaio è aperta la Casa di salute del Prof. Luigi Acconci a Genova, in Via U. Foscolo, per malattie ginecologiche. In seguito alla morte del Prof. Acconci la Casa di salute venne chiusa nel novembre del 1900.
1899
Leggi di piùIl 28 giugno viene inaugurata la missione di Alto Alegre nel Marahâo nel Brasile nord est. La missione è stata distrutta dai selvaggi, col massacro dei Padri e delle Suore, il 13 marzo 1901. Il 10 dicembre è aperta la casa di “S. Barbara” ad Albenga per l’assistenza degli infermi a domicilio. Deve la sua fondazione a S. Ecc. Mons. Filippo Allegro, vescovo di Albenga. Le Suore erano già state in Albenga per l’assistenza ai vaiuolosi nel Lazzaretto nei mesi di settembre ed ottobre 1889, lasciando desiderio di sé e meritatamente encomiate dall’autorità, per il loro spirito di sacrificio. Vi ritornano stabilmente dieci anni dopo. La sig.a Barbaretta Trinchero offerse loro la propria casa in via Roma (...) Aperta per lo scopo precipuo dell’assistenza ai malati, addivenne in seguito centro di altre opere che vi si aggiunsero: laboratorio femminile, scuola catechistica per la gioventù, opere parrocchiali e missionarie, sede dell’Azione cattolica. Vi è pure annesso un orfanatrofio iniziato nel gennaio 1940.
1903
Leggi di piùIl 16 gennaio è aperta la casa del “S. Cuore di Gesù” a Prà per l’assistenza degli infermi a domicilio per lascito della benemerita Marchese Emilia Negrone dei Principi Centurione-Brancaleone. In questa Casa vanno per soggiorno estivo quelle Suore che hanno bisogno di un poco di sollievo e di riposo. Anche le orfanelle dell’Orfanatrofio “S. Giuseppe della Provvidenza” vi passano ordinariamente le vacanze. Il 31 luglio è aperta la casa in Buenos Aires (AR) “Republiqueta”. [Arrivate a Buenos Aires n.d.A.] la Signora Linari Luisa, donna di pietà come caritatevole, alloggiò le Suore per un mese in sua casa, assegnandole un quartierino appartato e fu la prima benefattrice. La Madre e le suore girarono per trovare un appartamento che finalmente incontrarono in Calle Rioja. La Signora Linari comprò cinque letti per la piccola Comunità principiante. Nel primo anno si assisteva qualche infermo ma, non essendovi un numero sufficiente di suore per detto ufficio, si aprì una scuoletta che dava però assai poco profitto. Nell’anno 1904 le Suore, sempre in numero di tre, si trasferirono in Calle Vittoria e, al principio dell’anno 1905, si prese in affitto una Casa in Calle Moreno (…) Essendo venuta per la visita alle case d’America le nuova Madre Generale, Suor M. Angelica di san Francesco, eletta dopo la morte della compianta Madre sr. M. Francesca di Gesù, e vedendo che il Collegio non poteva far fronte alle spese - essendo grave il fitto di casa, per cui la casa Provinciale doveva di molto danaro sussidiare, e che non si avrebbe potuto seguire di questo passo -, si traslocò ancora in Calle Rioja, ove abitammo fino in Dicembre 1906 quando, per l’offerta fatta di un terreno della Signorina Rosa Bacchi, ci trasferimmo in Calle General Paz Barrio Saavedra. La Signorina Rosa Bacchi donò il terreno di prospetto in Calle Republiqueta e lasciò le Suore per un anno nella sua casa in Calle General Paz senza pagare fitto. Nell’anno 1908 la detta Signorina, già anziana, vendette la Casa in Calle General Paz alle Suore (…).
La prima Superiora fu Suor M. Gaetana (Lanza) che, col suo zelo indefesso, coadiuvata efficacemente dalle Suore, fece prosperare la piccola scuola, che addivenne in seguito un grande Collegio (…) Oltre le classi elementari vi è la scuola commerciale, quella di musica, di taglio, di confezione e di ricamo. Nel Collegio ha sede l’Azione cattolica, la Congregazione degli Angeli custodi, delle Figlie di Maria e l’Associazione delle ex-alunne (...) È annesso alla Casa un modesto pensionato per signore.
1904
Leggi di piùCasa di Sastre S. Fé (AR). Aperta il giorno 20 gennaio. Fu l’ultima Casa che fondò la Madre Francesca (…) È un Collegio fiorentissimo con educandato, ove sono numerose le fanciulle, anche dai paesi vicini, che vengono a completare la loro educazione ed istruzione. Congregazioni a scopo di coltivare lo spirito e il fervore. Sono in piena vita le Congregazioni degli Angeli custodi, delle Figlie di Maria, l’Opera della S. Infanzia e l’Associazione delle ex-alunne (...) Nel Collegio, per volontà espressa di S. Ecc. Mons. Fasolino, vescovo di S. Fé, ha sede l’Azione cattolica e l’Opera delle vocazioni ecclesiastiche. Ospedale di carità in Minas (UR). Furono chieste le Suore per la direzione nel Dep. Di Lavalleja a Minas da una Commissione di Dame di carità che lo amministravano e fu la Madre Francesca che, già ammalata e febbricitante, vi accompagnò le Suore nel 1904. Nel 1913 prese l’amministrazione dell’Ospedale l’Assistenza Pubblica Nazionale e, mutate le condizioni, per essere queste in contrasto ai regolamenti della Comunità, si dovettero ritirare le Suore. L’Assistenza Pubblica notò bene in seguito di tempo la mancanza delle Suore e le richiamò alla direzione dell’Ospedale (…) Vi ritornarono quindi le Suore il 30 gennaio 1921.
1905
Casa di Acqui della “Sacra Famiglia”. Aperta il giorno 20 di marzo, le Suore vi furono chiamate dal Cav. Giovanni Beccaro, benefattore, allo scopo dell’assistenza degli ammalati a domicilio. Da qualche anno [prima del 1940 n.d.A.] venne pure affidato alle Suore il Dispensario provinciale e locale ove, tre volte alla settimana, assistono ai poveri malati e dispensano medicinali Casa di S. Margherita ligure di “Maria Ss.ma Immacolata”. Aperta il 10 aprile allo scopo dell’assistenza degli infermi a domicilio, si adoperarono efficacemente per questa fondazione i nostri RR. PP. e particolarmente il M. R. P. Urbano da S. Margherita. Presero dapprima stanza nell’appartamento ammobiliato della sig.a Teresa Piola ved. Macera in via Sella, 1 (…) Durante la Grande guerra, dal 12 giugno 1915 al 28 febbraio 1917, le Suore prodigarono la loro assistenza ai feriti nell’Ospedale della Croce Rossa.
1906
Leggi di piùOspedale di “San Andres de Giles” a Buenos Aires (AR). Amministrato da una Commissione per l’Assistenza Pubblica locale, questa ne affidò la direzione alle Suore che vi entrarono il 25 giugno 1906. In quest’Ospedale della diocesi di Mercedes affluiscono malati dei paesi vicini e dispersi negl’immensi campi circonvicini.
1908
Leggi di piùOspedale militare di Montevideo (UR). Entrarono le Suore alla direzione il 1° agosto. Il 24 marzo 1919 le Suore si ritirarono dall’Ospedale, causa la legge del Governo che impose alle medesime di attenersi ad un servizio completamente laico. In seguito di anni, venendo l’Ospedale a cadere per cattiva direzione, furono richiamate le Suore che vi rientrarono il 16 gennaio 1935. Casa in Oneglia di “S. Giuseppe”. Le Suore si stabilirono nella città di Oneglia (Imperia) il giorno 11 di novembre dell’anno 1908 per benemerenza della pia sig.a Rosalia Giordano ved. Guerra che mise a loro disposizione un suo appartamento in Piazza Maria Teresa, che più tardi lasciò a loro per testamento, con aggiunta di un altro. Le Suore furono domandate dalla pia signora collo scopo dell’assistenza degli infermi a domicilio. (…) Siccome l’appartamento non si prestava bene alle esigenze dello scopo, passati vari anni comperarono un terreno a discreto prezzo che, per favorire l’opera, cedette la locale Congregazione di carità. In via Campidoglio fecero costruire una casetta adatta, la quale andarono ad abitare nell’anno 1925
1909
Leggi di piùCasa in Finalborgo del “Ss.mo Redentore”. Aperta il 20 di ottobre 1909 le Suore vennero chiamate dal M. Rev. Can. Genta allo scopo di assistenza degli infermi a domicilio (...) Nel 1939 s’iniziò un laboratorio femminile e oratorio festivo per fanciulle, per iniziativa delle Contessine Maria e Gabriella Isnardi, che misero a disposizione di quest’opera di bene una parte della loro villa, in memoria della madre defunta.
1912
Leggi di piùCollegio del “SS.mo Salvatore” di Tala (UR) Dep. Canelones. Questa Casa-collegio fu aperta il 29 gennaio 1912 a scopo della educazione ed istruzione delle fanciulle del popolo, e addivenne in pochi anni capace di accogliere un discreto numero di educande interne, e che fiorisce tuttora per le varie opere di bene che sono annesse all’insegnanza delle varie scienze: studio, musica, ricamo, pittura, taglio e confezioni. Emerge fra tutte l’insegnamento del catechismo, fatto regolarmente ogni giorno, e che produce immensi [frutti n.d.A.] di bene nella popolazione di Tala, popolo campesino, ma di buoni sentimenti religiosi. Le Suore del Collegio di Tala assunsero, nell’agosto 1939, anche l’impegno di una scuoletta-laboratorio di Fray Marcos (che dista da tale circa 15 km.) per fare un apostolato di bene tra le fanciulle di quel popolo (…) molto bene risulta da questo sacrificio che le Suore compiono ogni giorno per recarsi a Feey Marcos e ne fa fede il M. R. P. Severino Torresani, degli Oblati di Maria Vergine, parroco del luogo. Casa in Milano, via A. Canova di “S. Carlo”. Aperta il 15 di aprile. Fondata per iniziativa del M. R. P. Gerardo Beccaro ocd allo scopo dell’assistenza agli infermi in quella popolosa città. La nuova fondazione dietro commendatizia di S. Em. il Cardinale Veves y Tuto, Protettore dell’Istituto, venne favorevolmente approvata dall’Em. Signor cardinale Andrea Ferrari, arcivescovo di Milano. (…) Merita particolare menzione lo zelo veramente paterno del M. R. P. Gerardo Beccaro ocd spiegato nella circostanza dell’apertura della casa, il quale non omise sacrifizio affinchè il modesto locale fosse convenientemente arredato (…) Trovarono le Suore valido appoggio anche nei nostri RR. PP. Cappuccini il P. Gerolamo da Lomazzo, P. Maurizio da Villa al Serio e P. Serafino da Pescarolo (…) Le Suore si trasferirono in via Giason del Maino il 29 giugno 1933. Durante la Grande guerra le Suore prestarono servizio negli Ospedali militari successivamente: l’Ospedale militare contumaciale “Andrea Costa” dal maggio al novembre 1917; l’Ospedale militare “Missioni estere” in via Monterosa, subito dopo l’“Andrea Costa” fino al gennaio 1919; l’Ospedale militare “Casa di riposo Musicisti G. Verdi” dal gennaio al novembre 1919. Casa in Pontedecimo di “S. Giuseppe”. Aperta il giorno 29 luglio per iniziativa delle benemerite sig.ne sorelle Edvige e Adele Spallarossa e della sig.a Elisa ved. Grondona con la cooperazione del Rev.mo Monsignore Marcello Grondona, prevosto alla parrocchia dell’Immacolata in Genova. La prima abitazione delle Suore è stata in via Vittorio, 7. Scopo è l’assistenza degli infermi a domicilio, che assistono anche nelle vicine borgate e paesi, e casa di campagna per le Suore convalescenti.
1913
Casa in Varazze di “S. Maria degli angeli”. Le Suore furono chiamate a Varazze per la nobile missione dell’assistenza degli infermi a domicilio dalla benemerita benefattrice sig.a Angela Piccone ved. Cerruti, per consiglio e a mezzo del R. P. Candido d’Arzeno ofmcap. L’ottima sig.a Piccone ha provvisto il locale per l’abitazione delle Suore, modestamente arredato, ed una rendita annua di £ 1350 pel mantenimento delle medesime Suore che vi fecero ingresso il 5 marzo 1913.
1916
Leggi di piùOspedale civile di S. Margherita ligure. Dietro richiesta della Congregazione di carità, le Suore ne assunsero la direzione il giorno 8 gennaio 1916. Collegio “Sacro Cuore di Gesù” di Las Rosas Santa Fé (AR). Le Suore del collegio di Sastre propagarono lo spirito francescano all'intorno. Informato di ciò il Rev.do Padre Francesco Diez, sacerdote di gran zelo e di veemente carità, parlò con la Commissione di Dame Cattoliche che subito, a caldo e con vive istanze, sollecitarono le Suore per la fondazione di un collegio. Siccome le proposte fatte erano convenienti, la Comunità accettò con santa soddisfazione, desiderosa di propagare il bene e salvare anime (...) Nel mese di marzo 1916 si diede principio all'opera in una casa in affitto preparata allo scopo. Fu ammirabile il progresso che fece in poco tempo: il numero delle allieve aumentava ogni giorno. acquistando sempre più importanza. Fin da questo principio diede abbondanti frutti, di modo che furono grandi i benefici che ricevette la città di Las Rosas. La casa in affitto, per grande che fosse, divenne piccolissima; vedendosi la stretta necessità di un locale appropriato per il Collegio, s'incominciò il lavoro. Le Suore, piene di spirito di sacrificio, non risparmiavano fatiche: andarono alla questua nei dintorni e poterono conseguire, aiutate dalla Comunità, il terreno necessario per la costruzione dell'edificio. L'acquisto di detto terreno, in una splendida posizione, nel punto dominante la città, da dove si vede un bel panorama, era veramente il terreno desiderato. Seguitando la questua e aiutate dalla Divina Provvidenza, si andò a mettere la pietra fondamentale e s'incominciò la costruzione (...) Scopo è l’educandato e scuole elementari esterne per fanciulle del popolo. È annesso un laboratorio femminile per taglio e confezioni, cucito e ricamo, scuola di musica e pittura, nonché giardino d’infanzia per maschietti (…) Vi ricevono istruzione circa 200 fanciulle e 40 maschietti, inoltre le Suore impartono l’istruzione catechistica in parrocchia alle fanciulle che frequentano la scuola governativa. Sono in pieno fervore le varie Congregazioni delle Figlie di Maria, degli Angeli custodi, l’Azione cattolica e l’Associazione delle ex-alunne.
1919
Leggi di piùCasa-collegio di “Santa Maria” nella colonia di Maria Juana Santa Fé (AR). Aperta nel febbraio 1919 le Suore sono state chiamate dal M. R. parroco D. Paolo Calleri, sacerdote esemplare e zelantissimo del bene delle anime (…) che furono ricevute con grande dimostrazione di stima non solo dalle autorità ecclesiastiche, ma anche da tutto il popolo. Il Collegio fu gentilmente donato dagli insigni benefattori Fra.lli Rainero. Le Suore vi compirono e vi compiono un vero apostolato di bene con l’educazione l’istruzione religiosa e civile delle fanciulle, tra le quali ci sono un buon numero di interne dei paesi vicini. Vi è pure un giardino d’infanzia per maschietti. È in pieno vigore l’insegnamento del catechismo (…) vi sono pure erette le varie Congregazioni. Ogni anno è compito delle Suore preparare le bambine alla prima Comunione.
1920
Leggi di piùOrfanatrofio “Vergini e Orfane” in Monreale. Entrarono le Suore alla direzione il 28 aprile. Causa la posizione critica delle Suore per mancanza di mezzi di sussistenza, si ritirarono dall’Opera nel novembre 1922.
1921
Leggi di piùCasa in Milano, via Lodovico Settala di “S. Chiara”. Il numero troppo esiguo delle Suore nella casa di Via Canova esigeva una seconda casa per l’assistenza. Il giorno 15 di aprile venne aperta in Milano la seconda Casa nella località di Porta Venezia (...) Detta Casa è dono della nobile sig.na Chiarina Piani la quale, dopo la morte del padre, che fu assistito nell’ultima sua malattia da Suor Davidina Pontiggia, per atto di riconoscenza, dietro consiglio del suo Confessore, [il M. R. P. Serafino da Pescarolo ofmcap] donava questa Casa all’Istituto nostro e la donava con generosità veramente ammirabile, senza obbligazione alcuna, con l’unica raccomandazione di ricordare nelle preghiere il defunto genitore (…) La cappella della Casa, che per mancanza di mezzi era rimasta insospesa, venne di poi eseguita per beneficienza del M. R. Padre Serafino, al quale l’Istituto deve particolare riconoscenza, essendo stato, in quest’opera, un primo nostro Benefattore. Scopo l’assistenza degli infermi a domicilio. Ospedale di carità dell’Assisstenza Pubblica Nazionale di Salto (UR). Le Suore entrarono alla direzione il 1° febbraio 1921 chiamate dal sig. José Martirené, Presidente dell’ Assisstenza Pubblica Nazionale, quando non era ancora pronta l’abitazione per le Suore, che furono ospitate per una quindicina di giorni dalle RR. MM. di Maria Immacolata. Le Suore, nel compimento della loro missione di carità, attendono agli infermi, prodigandosi pure per il loro bene spirituale, coadiuvando con zelo il M. R. P. Agostino Aschieri, Superiore dei Salesiani. Ospedale di carità di Minas (UR). Entrarono le Suore alla direzione il 1° febbraio.
1922
Casa di riposo per Musicisti, Fondazione “Giuseppe Verdi” in Milano. Le Suore furono chiamate alla direzione di questa Casa di riposo dall’Avv. Umberto Campanari, che aveva ammirato l’opera delle Suore durante il periodo che queste prestarono servizio ai militari feriti, ivi degenti. Assunsero la direzione il giorno 2 di gennaio 1922 con una sessantina di ospiti di ambo i sessi (…) È da tener presente che si tratta di personalità nella maggioranza da teatro: artisti, musici ecc., così nell’elemento signore che brillarono negli anni addietro, sopra le scene dei primi teatri, vivendo trascurati, se non del tutto avversi alla Religione.
1925
Leggi di piùCasa degli Orfani della marina mercantile in S. Margherita ligure. Entrarono le Suore alla direzione il 29 gennaio. Il giorno 30 settembre 1925 le Suore lasciarono la direzione dell’Opera a causa di non potersi conformare con le disposizioni messe in vigore dalla Direzione amministrativa. Casa in Pietra ligure di “S. Giuseppe”. Aperta il giorno 14 novembre 1925 Chiamate dal sig. Comm. Antonio Accame allo scopo dell’assistenza degli infermi a domicilio, laboratorio femminile per signorine e scuola d’italiano e francese. La casa è della Congregazione di carità e le Suore ne hanno l’usufrutto. Rasa al suolo dal bombardamento aereo del 29 giugno 1944 venne riedificata dal Genio civile per interessamento della sig.a Caterina Accame ved. Pegollo e con ricavi da lotterie. La casa terminata (…) venne abitata dalle Suore il giorno 9 agosto 1956.
1926
Leggi di piùCasa di Ponteranica di “S. Alessandro”. La Casa da noi abitata nel comune di Ponteranica, frazione Pontesecco in provincia di Bergamo, è donazione della sig.a Cattina Regazzoni. La donatrice da lungo tempo nutriva il desiderio che la casa paterna rimanesse abitata da delle Suore, ed esposta la sua intenzione al R. P. Davide da Desenzano, suo direttore e consigliere, questi fece pratiche presso la nostra Rev.ma Madre generale (...) Il Padre cappuccino fu instancabile nel curare tutte le pratiche e non si diè riposo fino a tanto che non vide le nostre Suore sul posto. Aperta il giorno 1° luglio 1926. Scopo delle Suore sarà: l’apertura di un asilo infantile, l’apertura di un laboratorio femminile e l’oratorio festivo per l’insegnamento della Dottrina cristiana. Clinica chirurgica “Prof. Moro” di Ventimiglia. Venne aperta nel mese di novembre 1926, il giorno 10, prima a Portomaurizio e poi, nel 1927 venne trasferita a Ventimiglia, Corso Umberto I, 94. Le Suore vennero chiamate dal Prof. Giuseppe Moro e Prof. Rossi, i quali si adoperano per le cure sanitarie, lasciando alle Suore piena libertà di suggerire le pratiche religiose agli ammalati. Scopo: direzione della casa e cura degli ammalati che vi entrano per subire operazione. Nell’anno 1927 la clinica fu trasferita a Ventimiglia in locale più grande e furono aggiunte altre Suore.
1927
Leggi di piùCollegio “Elvira Correa de Marini” di Maldonado (UR). Il giorno 26 aprile fu aperta la casa in Maldonado (…) per istanza della Lega di Dame cattoliche di Maldonado. La Casa è dono della sig.na Elvira Correa De Marini e con questo nome venne denominata la scuola diretta dalle Suore. (…) In detta casa tengono collegio interno ed esterno per signorine. Scuola di studio, pianoforte, ricamo e pittura, le Suore si dedicano pure all’insegnamento del catechismo. La Cappella venne intitolata alla Santa nostra Patrona S. Veronica Giuliani, ricorrendo il 2° centenario della sua morte. Tre volte per settimana le Suore si portano a Punta del Este, una frazione di Maldonado, luogo specialmente balneare per l’incantevole posizione (una lingua di terra che si protende sul mare), ed ivi, in un salone fabbricato da una pia benefattrice col concorso di offerte raccolte, tengono scuola di cucito o ricamo e insegnamento di catechismo. Coadiuvando così i RR. PP. Cappuccini che, avendo la cura di questa popolazione, vanno ogni giorno festivo a celebrare la S. Messa in una modesta Cappella. Quindi si può dire che sia veramente un apostolato missionario che le Suore compiono sia a Maldonado,(città climatica) che in Punta del Este. Nell’agosto del 1927, il giorno 12, le R. Madre Delegata Prov.le di Montevideo, Suor M. Gaetana di S. Biagio (…) partirono da Montevideo accompagnando le Suore destinate ad assumere l’incarico del Sanatorio chirurgico “Mirizzi y Onedo” di Cordoba (AR), del quale venne fatta l’inaugurazione dell’apertura il giorno dopo, il 13 agosto (…). Sono gli egregi Dott. Mirizzi e Olmedo che sollecitarono le Suore TT. Capp. ad assumersi la direzione di questo Sanatorio. Nel Sanatorio assistono infermi di chirurgia generale e i colpiti da infortuni sul lavoro di varie società (…) con intesa dell’Amministrazione e dei Medici interni, è lasciata alle Suore la libertà di occuparsi presso gl’infermi per le pratiche religiose (…) Le Suore sono uscite dal Sanatorio il 2 gennaio 1958. Asilo infantile a Pasturo in Valsassina (provincia di Varese). Le Suore entrarono alla direzione dell’asilo il giorno 11 ottobre 1927. Scopo: educazione infantile, ricreatorio festivo, insegnamento alla gioventù femminile di cucito e ricamo. Le Suore vi si ritirarono il 30 luglio 1932 per incomprensioni sorte con le autorità del luogo. Opera “S. Giuseppe della Provvidenza” per le Orfane in Genova, Via Peralto. Il giorno 6 ottobre 1927 la casetta fu benedetta dal Card. Carlo Dalmazio Minoretti, Arcivescovo di Genova, e il giorno 30 ottobre, festa della Regalità di Cristo Re, si iniziò la casetta con quattro bambine orfane di Prà, come da disposizioni di un legato della Marchesa Emilia Negrone dei Principi Centurione-Brancaleone, rimasto fino allora insoluto. Questo orfanatrofio sorge attiguo alla Casa generalizia. Nel marzo 1958 fu chiusa definitivamente. Asilo di Corgeno (Como). Fu aperto il giorno 15 ottobre 1927. Scopo: educazione infantile, ricreatorio festivo, laboratorio per insegnamento alla gioventù femminile di cucito e ricamo. Le Suore vi si ritirarono il 20 settembre 1938. Il motivo principale di questa chiusura fu la scarsità di soggetti, avendo bisogno di Suore per la Missione [di Harrar n.d.A].
1928
Leggi di piùSanatorio “Lavalle” di Buenos Aires. Venne aperto anni prima che andarono le nostre Suore e vi si curano signore ammalate di diverso genere (...) Appena terminato il nuovo edificio destinarono una parte del 5° piano per dormitori e refettorio delle Suore e la Cappella nel […] a pian terreno, ben piccola però decente e provvista d’ogni cosa. Presero la direzione immediata le nostre Suore il giorno 15 novembre 1928. Il pregiatissimo Sig. Dott. Lavalle sollecitò le Suore T. Cappuccine per l’amministrazione di detto nosocomio (…) Diedero al Sanatorio il miglior incremento sia materialmente, che spiritualmente, avendo dai signori Dott. José e Santiago Varalla l’ampia libertà di poter suggerire le pratiche di religione ai malati. È annesso al Sanatorio un Policlinico operaio ed è questo un vasto campo dove le Suore lavorano: una massa operaia di tutte le idee e religioni.
1929
Ospedale Sanatorio “Amelia Ruano de Schiaffino” di Montevideo. Sollecitate dalla Commissione di dame di carità, furono concesse le Suore per questo Sanatorio psichiatrico per signore. Ne presero la direzione il 1° gennaio 1929 (…) Sono curate signore [affette da] di nevrastenia. Longanime pazienza, carità e spirito di sacrificio è richiesto alle Suore dedicate all’ardua cura e igilanza di questo genere di inferme. Le Suore hanno libertà per le pratiche religiose. Il fervido zelo delle Suore non si limita solo all’opera strettamente affidata loro all’internato, ma si estende anche all’esterno dove di dedicano a fare Catechismo (…) In questo apostolato esterno le Suore trovano così un compenso a quello che è loro impossibile esercitare internamente. Asilo infantile di Balestrino (sopra Loano). Venne iniziato tra stenti e sacrifici il giorno 22 settembre 1929, nel desiderio di fare un poco di bene a quei poveri contadini, come ne espresse la brama il R. D. Mexea, arciprete del luogo. Vi lavorarono le Suore per circa otto anni, occupandosi pure un poco della gioventù femminile e dei poveri ammalati. Ma riuscendo insufficiente a provvedere di un modesto sussidio alle Suore tutto il loro lavoro e mancando per di più l’assistenza religiosa per la morte del R. Parroco che successe a D. Mexea, dietro consenso di S. Ecc. Mons. Vescovo di Albenga, si ritirarono le Suore da questo luogo il 2 giugno 1937. Cordoba, “Asilo de ancianos “. È stato aperto il giorno 19 del mese di giugno 1929. Conoscendo l’opera delle Suore al Sanatorio “Mirizzi e Olmedo”, prima opera accettata a Cordoba, dalla stessa veneranda Curia arcivescovile di quella Città, vennero richieste le Suore per l’Asilo municipale dei poveri vecchi ed invalidi (…) trovandosi quest’ospizio alla periferia della città di Cordoba, nella campagna, le Suore hanno modo di esplicare il loro zelo e carità anche coi fanciulli dei dintorni, che sono numerosissimi e quasi abbandonati, trovandosi lontani dalla chiesa. Vengono quindi raccolti nella cappella dell’Ospizio ogni domenica per ascoltare la S. Messa e per l’insegnamento del catechismo. Pia Casa di riposo “S. Francesco d’Assisi” in Novara. È stata aperta il giorno 9 novembre 1929. Per iniziativa del M.R.P. Ottaviano ofmcap, parroco del Santuario del Sacro Cuore di Gesù in Novara (Cittadella), è sorta questa Pia Casa di riposo (…) a cui le Suore prestarono fin dall’inizio la loro opera gratuitamente. Vi si accolgono con modesta retta signore e signorine di età un po’ avanzata o perché sole che desiderano fare vita tranquilla e devota (…) dal gennaio 1940 alle Suore venne assegnato l’onorario complessivo di £ 500 mensili.
1930
Leggi di piùCordoba, Ospedale italiano. Le Suore vennero richieste dalla Commissione in seguito all’evidente progresso constatato delle due altre opere: il Sanatorio Mirizzi e l’Asilo di mendicità. Le Suore entrarono alla direzione ed amministrazione di questo nosocomio il giorno 15 maggio 1930. Trovavasi l’Ospedale in cattive condizioni quando le Suore ne presero la direzione, ma in breve tempo, malgrado le difficoltà inevitabili che si trovano sempre nelle riforme, ottennero risultati consolantissimi, sia dal lato spirituale che materiale. Anno per anno va progredendo anche l’edificio, al quale venne aggiunto qualche padiglione e una nuova Cappella, più ampia e decorosa. Casa di Bergamo (Via Pignolo, 88). È stata aperta precisamente allo scopo dell’assistenza dei malati a domicilio il giorno 10 di luglio 1930. La fondazione è stata incoraggiata ed appoggiata dal M.R.P. Giangrisostomo da Clusone ofmcap, allora Curato dell’Ospedale maggiore, ed ora Vescovo e Vicario apostolico in Eritrea di Mons. Marinoni. Le Suore presero dapprima stanza in un modesto appartamento in via Pignolo, 88, indi in via Masone, 26 il 7 agosto 1933, sempre però nella parrocchia di S. Alessandro in croce.
1931
Leggi di piùCasa di riposo “Francesco e Teresa Vallardi” in Appiano Gentile (Como). Fondata dall’editore Comm. Cecilio Vallardi, era destinata ad ospitare letterati e scienziati che si trovassero in tristi condizioni economiche ed hanno raggiunto i 65 anni d’età. Lo stesso Fondatore, Comm. Cecilio Vallardi, consigliato dal colonnello Giovanni Casu, Direttore della Casa di riposo musicisti di Milano, richiese tre Suore per la direzione dell’opera che voleva iniziare. E le Suore entrarono coi primi ospiti della Casa il 21 marzo 1931. Scuola e asilo di Boissano (frazione di Toirano). Sono state chiamate le Suore per la scuola del paese, classi elementari 1a, 2a 3a e 4a, nonché l’asilo infantile, desiderando il Sig. Podestà, Colonnello Panizzi che con l’insegnamento d’istruzione sia somministrato regolamento di moralità, per fare un po’ di bene al paese (…) La Rev.a Madre Angelica accettò volentieri l’invito inviando le Suore per l’inizio dell’anno scolastico e precisamente il giorno 14 ottobre 1931. Molto è il bene che le Suore hanno fatto e fanno tutt’ora in quella borgata ove sono focolai di protestantesimo che tentano seminare la loro erronea dottrina in quella popolazione composta di umili contadini. Le Suore si prestano pure per l’insegnamento del catechismo in Parrocchia e visitano gli infermi del paese.
1932
Leggi di piùCasa di Ventimiglia del “S. Cuore di Gesù”. Venne aperta per iniziativa del M. Rev. Parroco di sant’Agostino, Mons. Giovanni Semeria il 15 novembre 1932. Venne iniziata la Casa con lo scopo dell’educazione, istruzione religiosa delle giovanette, insegnamento di cucito e ricamo e ricreatorio festivo, pagando il fitto della casa il Parroco, Mons. Semeria (…) Detto posto, in via Buffini, appartamento in affitto, trasferito in dicembre in via Roma, 28 [nel ]in locale [dell’] asilo infantile, con regolare autorizzazione dell’Ispettorato scolastico di Imperia. Casa di Calice ligure. Beneficio del sig. Comm. Nicolò Francesco Massa, per l’uso della Casa alle Suore, ma non la diretta proprietà, la quale assegnò alla Congregazione di carità del paese. Le Suore entrarono di permanenza nella Casa il 20 novembre del 1932. Venne aperto un piccolo laboratorio femminile per le ragazze del paese. (…) Chiusa nel marzo 1963.
1933
Leggi di piùBuenos Aires, Coglhan Collegio e scuola sotto protezione di S. Chiara d’Assisi. Sorse dapprima una piccola casa, vicinissima alla chiesa di S. Maria degli angeli dei nostri RR.PP. Cappuccini e venne intitolata a S. Chiara, proprio in omaggio alla Primogentita del P. S. Francesco, quasi ad assicurarsene più ampia la protezione e la benedizione. La iniziarono il il 24 marzo 1933 per l’istruzione delle fanciulle del popolo, tornando ogni sera al Collegio S. Francesco, di Calle Republiquetas, iniziata e continuata per un po’ di tempo l’opera di bene, con non poco sacrificio, la piccola Casa andò man mano trasformandosi in un bel Collegio. S’iniziò pure il laboratorio per le ragazze, l’oratorio festivo, l’insegnamento del catechismo, la Congregazione mariana e l’Azione cattolica.
1934
Bergamo, Clinica “Villa salus” in via Mazzini, 35. In questa clinica, chiamate dal Dott. Carlo Castelli, entrarono per la direzione della Casa ed assistenza dei malati (…) il giorno 28 luglio 1934 con approvazione della Rev.ma Curia vescovile di Bergamo. In detta clinica, di circa 20 ammalati, sono curate malattie di diversa diagnosi. Asilo infantile di Clivio (provincia di Varese e diocesi di Milano). In questa località entrarono le nostre Suore il giorno 8 ottobre 1934, assumendosi l’incarico dell’asilo infantile, del laboratorio femminile e ricreatorio festivo. Domandò di avere in detto luogo le nostre Suore, il Rev. Sig. Parroco Don Gilberto Pozzi ed il Podestà di Clivio, Presidente dell’asilo, sig. Cav. Filippo Crosa (…) Si ritirarono le Suore da questo luogo il 31 agosto 1937 perché, avendo aperta la Missione dell’Africa O.I., si abbisognava di personale.
1935
Leggi di piùAsilo infantile “Maria Cerruti” di Avolasca (provincia e diocesi di Tortona). Chiamate le Suore per detto asilo dal sig. Comm. Alessandro Cerruti, con approvazione dell’Ecc.mo Vescovo di Tortona, vi entrarono il 6 novembre 1935. Oltre che all’asilo infantile le Suore si prodigano pure per le opere parrocchiali, per la gioventù femminile, insegnando cucito e ricamo, e facendo pure una scuola serale di V classe. Visitano e curano i malati del piccolo paese (…) Il 30 giugno 1949 si chiuse l’asilo ritirando le Suore, previo consenso dell’Ordinario del luogo.
1936
Leggi di piùCollegio “Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù” in Villa Diego Rosario Santa Fé (AR). Chiamate dai nostri RR.PP. Cappuccini, e particolamente dal M.R.P. Benito da Moano, le Suore andarono a Villa Diego il 16 marzo 1936 per adoperarsi alla educazione ed istruzione civile e religiosa delle fanciulle del popolo, iniziando l’opera loro in una modesta casa presa in affitto, molto ristretta e a disagio. Poi, come la Divina Provvidenza volle, con sacrificio, si edificò nelle vicinanze un Collegio e le fanciulle cominciarono ad affluire più numerose. Nel breve spazio di tempo è già molto il progresso fatto, perché, oltre all’insegnamento elementare e il giardino d’infanzia, è pure fiorente la scuola di cucito e ricamo, l’insegnamento del catechismo, le Associazioni cattoliche ela Congregazione mariana e del S. Cuore. Torino, Oratorio “S. Antonio” Nel Nome del Signore e con la sua santa benedizione, sotto la protezione della SS.ma Vergine Immacolata, protettrice del nostro Istituto e del Serafico Padre S. Francesco, nel giorno di martedì 20 ottobre 1936, sacro agli Angeli custodi e al taumaturgo S. Antonio, nella città di Torino e archidiocesi di Torino, in via Quincinetto, 11, casa e chiesa dei Cappuccini, oratorio S. Antonio, si prese dimora (…) allo scopo di dedicarsi a coadiuvare le opere parrocchiali, istruzione catechistica alla gioventù, laboratorio femminile e visita ai poveri infermi della Parrocchia. Chiamò le Suore a stabilirsi a Torino il M. R. P. Egidio da Caraglio ofmcap, parroco di Madonna di campagna (eletto Vescovo di Sabina e Poggio Mirteto), alla cui dipendenza è pure la chiesetta-oratorio S. Antonio, ove appunto si sono stabilite le Suore (…) Trasferita l’abitazione delle Suore il giorno 8 settembre 1958 in via Bonzo, 18, casetta attigua alla Cappella dell’Immacolata, proprietà dei sigg. Posoni, donata all’Istituto. Nunziatura apostolica di Buenos Aires. Richieste personalmente da S. Ecc. Mons. Filippo Cortese, Arcivescovo di Sirace e Nunzio apostolico per l’Argentina e l’Uruguay (…) entrarono le Suore nella Nunziatura di Buenos Aires nel gennaio 1936 per attendere alla direzione della Casa (…). Soddisfattissimo delle Suore, il Nunzio apostolico avrebbe voluto portarle in Polonia, dove venne inviato da S.S. Pio XI. Non avendolo concesso restarono alla Nunziatura di Buenos Aires continuando la loro umile ma onorifica prestazione al Nunzio Mons. José Fietta, Arcivescovo titolare di Sandica. Le Suore sono uscite il 15 marzo 1958.
1937
Leggi di piùOspedale di carità di Trenta y tres (Republica Oriental de l’Uruguay). Chiamate dal parroco di Trenta y tres, Don Felix Pellerey, a nome pure dell’amministrazione dell’Assistenza pubblica nazionale dell’Ospedale, entrarono le Suore nel detto Ospedale il 5 gennaio 1937 (…) vennero accolte con festa dal Rev. Parroco e dalla popolazione, nonché dalle autorità e amministrazione dell’Ospedale che, dalla venuta delle Suore, presagiscono i migliori vantaggi morali ed economici (...) Le Suore si posero all’opera con zelo, carità e spirito di sacrificio. Sviluppatosi qualche caso di tifo, suor M. Clemencia, che assisteva i colpiti dalla malattia infettiva, anch’essa vittima di carità, moriva di tale infezione il 19 giugno 1937. L’amministrazione, i medici, gli infermieri e i degenti ammirarono l’eroica carità della Suora e fecero petizione al Ministero della salute pubblica perché venisse riconosciuta e premiata tanta carità. Con ministeriale decreto venne dedicata al nome di suor M. Clemencia de san José la sala delle malattie infettive, campo di carità della Suora. Il che avvenne nel giugno seguente dell’anno 1938. Africa Orientale Italiana. Missione in Harrar. L’anno 1937 il giorno 11 luglio partirono le prime Missionarie per l’Africa (…) giungendo il 26 luglio (…) Al desiderio di avere un posto d’azione propriamente missionario corrispose il M. R. P. Callisto da Sestri ponente della Provincia genovese cappuccina, andato in Africa O.I. dopo la guerra italiana del 1935, la quale missione, già iniziata dai RR.PP. Cappuccini francesi, passò ai RR. PP. Cappuccini italiani (…) Mons. Andrea Jarousseau, cappuccino francese [Vicario apostolico di Harrar] adderì che si entrasse noi a sostituire le Suore francesi Francescane di Calais nelle opere della Missione. Nel Lebbrosario si entrò subito alla cura e medicazione degli stessi miserabili, ed in seguito all’Orfanatrofio e Noviziato delle Suore indigene dette Francescane di Maria Immacolata. Presero la direzione, cura dei malati, cucina e guardaroba le Suore nell’Ospedale civile italiano il giorno 11 agosto dello steso anno (…). Ospedale civile con annesso Ospedale militare territoriale di Harrar. Entrarono le Suore alla direzione di quest’Ospedale civiele e militare di Harrar poco tempo dopo il loro arrivo in missione, e precisamente l’11 agosto 1937, quando ancora l’Ospedale era in costruzione. Casa della missione “S. Chiara”, Noviziato delle Suore Oblate indigene francescane di Maria Immacolata e Orfanatrofio di Harrar. In questa Casa poverissima, di costruzione primitiva proprio all’indigena, ha sede la Congregazione delle Suore Oblate con Noviziato, fondata da S. Ecc. Mons. André Jarousseau, Vescovo e Vicario apostolico di Harrar per le vocazioni indigene (…) che venne affidata e posta alla dipendenza dell’Istituto nostro dalla stessa Sacra Congregazione di Propaganda fide. Le Suore ne presero definitivamente la cura e direzione nel marzo 1938, quando le Suore francescane di Calais lasciarono Harrar. Queste Suore oblate indigene sono di molto aiuto al missionario ed alle Suore nelle varie opere per la conoscenza della lingua oromo e degli usi del luogo. Casa vescovile con asilo infantile, dopo-scuola e laboratorio femminile di Harrar. Le Suore entrarono in questa Casa il giorno 8 gennaio 1940. Oltre alla cura dei Seminaristi, le Suore attendono all’asilo infantile, al dopo-scuola per i figli dei nostri italiani che si trovano in Africa O.I., così pure il laboratorio per le bambine onde insegnar loro cucito, taglio e ricamo. Attendono pure alle opere parrocchiali (…) catechismo, attendere alle Associazioni di Azione cattolica, le Figlie di Maria e oratorio festivo. Ospedale “Ugo Ferrandi” per i capi indigeni di Harrar. Vi sono due Suore indigene dirette da una Suora italiana (…) Le Terziarie Cappuccine ne assunsero la direzione il 10 marzo 1940. Ivi vengono ricoverati non solo i capi cosiddetti, ma i mercanti e le persone più distinte di quelle regioni.
1938
Leggi di piùPia casa ricovero e Ospedale di Alzano Lombardo (Bergamo). Chiamate a sostituire in quest’opera le Suore della carità (Beata Capitanio) uscenti, si accettò in questa località il ricovero dei vecchi con annesso Ospedale civile per istanza del Sig. Podestà, Cav. Pesenti, gli amministratori, Cav. Fenaroli e Cav. Pavoni, e il Segretario municipale sig. Mascheroni (…) Assumendo le mansioni entrarono le Suore il giorno 21 febbraio 1938, prendendo la direzione e assistenza dei poveri vecchi ricoverati, dei malati di medicina, della chirurgia, guardaroba e cucina.
1939
Curia vescovile di Salto. Dietro ripetute istanze di S. Ecc. Rev. Mons. Tomas Camacho, vescovo di Salto (…) si sono concesse le Suore per la Curia e per il pre-Seminario. L’abitazione delle Suore, separata dalla casa episcopale, è munita di Cappellina propria (…) Si fece la benedizione e l’ingresso delle prime tre Suore nella casetta denominata “Casa della Sacra Famiglia” il 9 aprile 1939. È pure affidato alle Suore la Biblioteca cattolica e l’Azione cattolica femminile. Torino, Casa di Piazza Maria Teresa, 2 per l’assistenza dei malati a domicilio (…) Il Card. Maurilio Fossati, arcivescovo di Torino (…) suggerì alla Madre di prendere l’appartamento in Piazza Maria Teresa, ove le Suore della Santa agonia (francesi) stavano per ritirarsi e tornare in Francia. Anche queste Suore avevano la stessa missione di assistenza ai malati a domicilio. La proposta di S. Eminenza fu provvidenziale: le buone Suore ci cedettero l’appartamento e parte del mobilio che ancora avevano. In breve tempo fu ripulita per bene la casa e vi andarono le prime sei Suore il 18 settembre 1939 (…) Passate poi in via della Rocca, 19 il 18 ottobre 1943. Trasferite ancora nella nuova abitazione in via Caluso, di proprietà dell’Istituto, il 14 agosto 1959.
1940
Leggi di piùNunziatura apostolica di Montevideo. S. Ecc. Rev. Mons. Alberto Levame, Nunzio apostolico dell’Uruguay con sede in Montevideo, chiese con vive istanze di avere le Suore per la Nunziatura. Gli furono concesse entrando alla direzione ed economia della casa il 26 marzo 1940. Asilo per vecchi a San Andrés de Giles, provincia di Buenos Aires, diocesi di Mercedes. Quest’Ospizio è stato fondato da una commissione di sant’André de Giles facente parte dell’Ospedale nazionale per vecchi di ambo i sessi, però per ora sono solo uomini. Aperto il 25 luglio 1940 (…) l’amministrazione è la stessa dell’Ospedale. Sanatorio del “Circolo cattolico per operai Dr. Pedro Lenguas”. Questo sanatorio fu istituito per soddisfare al desiderio del defunto dr. Lenguas che, vivente, aveva divisato quest’opera a beneficio degli operai del Circolo cattolico di Montevideo (…) Le Suore entrarono nel sanatorio il 25 agosto 1940.
1941
Leggi di piùMentone, opera “Assistenza profughi”. Dopo l’armistizio dell’Italia con la Francia, cominciarono a rientrare in Mentone i profughi italiani, per cui si rese necessaria l’opera di assistenza. Il Commissario civile di Mentone, Cav. Virgilio Magris, mise a disposizione dei profughi il “Grande albergo Garavano” e, dietro proposta del Cappellano maggiore dell’Esercito italiano, Mons. Giuseppe Boris, e a mezzo del R. P. Dionisio ofmcap, cappellano militare, chiese quattro Suore per la direzione del ricovero e assistenza dei profughi (…) Chiamate subito per telegramma dallo stesso Commissario civile entrarono le Suore alla direzione il 24 gennaio 1941 (…) È da tener conto che, oltre ai profughi ospitati al Garavano, molti di quelli che erano rientrati nelle loro case, avevano diritto alla mensa, quindi andavano al Garavano tre volte al giorno per consumare i pasti, oppure per ritirare le vivande e portarsele a casa. Quindi molto era il lavoro delle Suore per mantenere l’ordine e la disciplina, ed accontentare tutti. Qualche giorno arrivavano a distribuire oltre 700 pasti in una volta sola. In seguito, essendo i profughi rientrati (…) nel ricovero restarono soltanto i vecchi ammalati o senza famiglia, quindi cambiò denominazione e divenne un ricovero di vecchi, fin verso la fine del 1942. Nel dicembre 1942 le Suore rientrarono in Italia. Villa “Les Marronierres” in via Riviera, 47 Mentone. Nell’ottobre 1941, dallo stesso Commissario civile di Mentone, Cav. Virgilio Magris, venne affidata alle Suore una villa in Mentone (di proprietà di signori canadesi) allo scopo che le Suore potessero raccogliere le fanciulle per insegnare lavori femminili e nello steso tempo per far loro un po’ di bene (…) L’opera non riuscì come si desiderava per vari motivi fra i quali: la località dov’era la casa un po’ fuori mano; la scarsità dei mezzi e la poca popolazione. Nell’anno scolastico 1942-’43 vennero richieste le Suore per l’insegnamento dei lavori femminili nelle scuole elementari e medie (…) Nell’aprile del 1943 le Suore lasciarono la villa a motivo che il Governo chiedeva un affitto di £ 10000 annue. Curia arcivescovile di Montevideo. S. Ecc. Rev. Mons. Antonio M. Barbieri, arcivescovo di Montevideo (…) chiese insistentemente le Suore per la Curia e gli vennero concesse. Entrarono il 1° marzo 1941.
1942
Leggi di piùPensionato “Casa di Maria Immacolata” a Varese (Biumo superiore). Questa Casa, posta in amena posizione sul colle di Biumo superiore, proprio di fronte al Sacro Monte , con terreno circostante e con due entrate da via Paisiello e da via S. Anna (…) è donazione fatta all’Istituto dalla munifica sign.na Adele Redaelli Arcellazzi allo scopo di istituirvi una Casa di riposo a pensione temporanea per signore e signorine anche di modeste condizioni, per ritiri chiusi fatti collettivamente o da sole, nonché per l’assistenza ai malati a domicilio (…) La Casa, abbandonata da oltre un ventennio, aveva bisogno di molte riparazioni e trasformazioni, onde poter servire alle finalità stabilite (…) si aprì il 27 aprile 1942 quando appena da pochi giorni s’erano iniziati i lavori di riparazione. Carceri Punta Carretta di Montevideo. Da vari anni, cioè dal 1938, l’Intendenza delle carceri di Montevideo a Punta Carretta, aveva fatto domanda alla Madre Delegata perché fossero concesse le Suore per l’infermeria delle carceri. Accolta la domanda furono assegnate ed assunte le tre Suore, regolarmente stipendiate pur rimanendo in Convento, sempre pronte e a disposizione di essere chiamate appena pronti i locali. Passarono così parecchi anni e, col cambio di Governo, restò insoluta la pratica fin sul finire del 1942. Il 18 novembre 1942 furono richiamate le Suore e cominciarono a prestare servizio alcune ore al giorno. Finalmente il 1° marzo 1943 furono pronti i locali (…) Il 31 maggio 1957 Madre Pia di S. Luigi fece richiesta di ritirare le Suore per mancanza di personale.
1943
Leggi di piùCarceri di Novara. Nell’ottobre 1941 l’Intendenza delle carceri di Novara invitava le nostre Suore a voler prestare la loro sorveglianza nella sezione femminile durante l’assenza della guardiana, e così fecero, continuando a prestarsi ogni qual volta se ne presentava l’occasione (…) Al principio del 1943 le detenute fecero istanza al Procuratore di stato di avere definitivamente le Suore (…) Quindi il 1° giugno 1943 furono approvate dal Ministero due Suore (…) che iniziarono la loro opera di bene fra le detenute, che si estese non solo all’assistenza morale e materiale, ma anche all’istruzione catechistica e religiosa. Il 20 luglio 1942 ebbero fissa dimora nelle carceri anche per la notte. Il numero delle detenute varia da 25 a 30. Nel 1968 si ritirarono le Suore. Clinica “Prof. Noto” di Bergamo. Dopo ripetute istanze della distinta sig.a Geltrude Noto, consorte del Prof. Noto fu accettata la direzione e amministrazione della Clinica, posta in via S. Bernardino, 71. Essendo il Prof. Noto all’estero e impossibilitato di ritornare a causa della guerra, volle, per tramite della sua Signora, affidare la Clinica alle Suore con piena e totale fiducia, dovendo pur essa raggiungere il marito (…) Le Suore entrarono il 1° giugno 1943 (…) Il 31 ottobre 1957 fu chiusa e le Suore trasferite nella nuova Clinica in via IV novembre. 1° giugno 1943. Asilo infantile di Nasino (provincia di Albenga e diocesi di Mondovì). In seguito alla chiamata del R. Parroco di Nasino, don Giovanni De Andreis, si accettò di mandare due Suore per l’asilo di quel piccolo paese, dietro sua promessa che in seguito, con tutta probabilità, si sarebbe avuta anche la scuola elementare (…) Impossibilitate a restarci più a lungo, per motivo della incomprensione del Parroco, della poca o nulla corrispondenza della popolazione e della mancanza di mezzi, il Consiglio generalizio deciso di ritirare le Suore (…) il 2 dicembre 1944. 1° dicembre 1943. Ospedale nazionale “Pereyra Russell” di Montevideo. 6 dicembre 1943. Episcopio di Novara. Richieste insistentemente da S. Ecc. Rev. Mons. G. Leone Ossola, vescovo di Novara, furono concesse due Suore per l’Episcopio, per la cura e governo della Casa (…) Causa la malattia di S. Ecc. Mons. Ossola, che lo costrinse a rinunciare alla Diocesi, le Suore lasciarono l’Episcopio il 16 luglio 1951.
25 agosto 1943. Ospedale di Levanto. Le Suore ricevono l'ordine di lasciare l'Ospedale perchè la Croce Rossa vi ricoveri i feriti di guerra. La popolazione si muove a favore delle Cappuccine ma non si approda a nulla. Durante l'armistizio dell'8 settembre si mette a tacere l'accaduto e le religiose continuano il servizio ai malati.
1945
Asilo infantile di Martina Urbe. Per soddisfare alla volontà della defunta sig.a Tomasina Zunino ved. Vassallo, che lasciò la sua casa per uso delle Suore affinchè si occupassero del bene della gioventù e dei bambini, il Rev. Prevosto di Martina Urbe, don Antonio Zunino, chiese tre Suore a cui affidare dette opere (…) che entrarono in quel piccolo paese il 15 febbraio 1945 (…) In seguito vennero iniziati asilo e laboratorio. Il 30 ottobre 1957 fu chiusa la Casa-asilo e il laboratorio.
Ospedale di Levanto. Dopo molto tempo trascorso in servizio tra i ricoverati, a causa dei continui bombardamenti per cielo e per mare, una sera le Suore sono costrette a sfollare i malati e i vecchi per evitare il peggio. Stanno un'intera notte all'aperto, in campagna, fin quando la Direzione dell'Ospedale assegna ai malati e alle Suore un baraccone detto 'dell'ammasso'. Ivi, ricoverati e Cappuccine, passano molto tempo tra penuria e sacrifici quotidiani d'ogni genere: mancanza d'acqua, di cibo, d'igiene, con i deceduti che restavano all'interno del baraccone, dove di mangiava e dormiva, anche 48 ore. Ad un certo punto le Suore, per provvedere il mangiare ai malati, vanno alla 'cerca' per l'elemosina. Non bastando, per guadagnare qualcosa, lavorano a maglia e filano lana. il 2 febbraio la baracca prende fuoco perchè i partigiani, scendendo dalle montagne, incendiano l'ufficio attiguo 'all'ammasso', pertanto le Suore e i ricoverati sono costretti a trascorrere tutta la notte al freddo.
Il 5 maggio le Suore, i malati, i feriti di guerra e i vecchi possono finalmente rientrare nell'Ospedale.
1946
Leggi di piùClinica “Salus” di Albenga, sita in viale Martiri della libertà, 76. Dietro domanda e viva istanza del Prof. Renzo Bracco, primario dell’Ospedale di Imperia, si accettò la direzione della clinica chirurgica quando ancora mancava di sistemarne gli ambienti, di modo che le Suore la iniziarono radicalmente, pur seguendo ed assecondando le direttive del Prof. Bracco (…) Alle Suore sono state assegnate le importanti mansioni di Direzione, amministrazione, economato, cura ed assistenza degli operati e guardaroba. Entrarono le prime due Suore il 6 maggio 1946. Ritirate le Suore il 22 settembre 1953. Casa di cura e di riposo “Villa Igea” di Sanremo. Il Dott. Francesco Panizzi di Sanremo, proprietario di “Villa Igea”, che prima della guerra, fino al 1941, fu casa di cura di prima categoria e di lusso, volle riaprirla trasformandola in clinica chirurgica e chiese insistentemente che gli venissero concesse quattro Suore per la direzione, l’amministrazione e assistenza ai malati. Si fecero accordi e le Suore entrarono il 7 maggio 1946 (…) La detta clinica venne chiusa temporaneamente il 10 ottobre 1946, però, ancorchè la clinica riaprisse, le Suore non vi tornerebbero più, perché non si trovavano bene.
1947
Leggi di piùAsilo infantile “Eligio Ponti” di Biumo superiore (Varese). Dietro le vive istanze dell’Ill.mo Marchese Gian Felice Ponti, di concedergli tre Suore per l’asilo infantile (…) situato a pochi passi dalla Casa dell’Immacolata (…) si stipulò la convenzione con l’Amministrazione di detto asilo il 16 dicembre 1946 e le Suore entrarono nell’asilo il 2 gennaio 1947. Clinica “Santa Lucia” di Savona, via Coppa, 2. In seguito alle reiterate istanze fatte dal M. R. P. Antonino da Montegrosso (…) e dietro suppliche e promesse dei Dott. Giovanni Panconi e Federico Seitù (…) si è stipulata la convenzione in data 7 agosto 1947 (…) Le Suore presero servizio nella Clinica il 18 agosto 1947 (…) Dopo varie vicende, non potendo ottenere una migliore sistemazione per l’abitazione delle Suore e per l’orario, che le Suore erano pressappoco in servizio notte e giorno e visi ammalavano (…) si ritirarono l’11 aprile 1950.
1948
Leggi di piùCasa di riposo “GioBatta Pirelli” di Induno Olona (Varese). La Società per azioni Pirelli di Milano, nel febbraio 1948 chiese, a mezzo del Dott. Mario Pangrazzi, sei Suore per la casa di riposo per operai della Pirelli in pensione ed anche convalescenzario per gli operai in atto, bisognosi di un periodo di cura o cambio d’aria dopo una malattia o atto operatorio subito. La Casa, situata in un’amena posizione in Induno Olona, con un’infermeria ben attrezzata, con Chiesa ed ampio parco, si presentò come un bellissimo, vasto campo di apostolato tra gli operai, in prevalenza comunisti o simili (…) Le prime Suore, in numero di tre, entrarono nella casa il 4 maggio 1948.
Sanatorio “Lavalle” di Buenos Aires. I medici proprietari chiedettero (sic!) due Suore di più, però, per la scarsità del locale, gli si rispose che quando avranno adattato il locale necessario, allora avranno le Suore, come difatti le (sic!) furono concesse.
1949
Leggi di piùCollegio di “N. S. di Lourdes” di Malvin a Montevideo. Nel gennaio 1949 la Madre Delegata d’America presentava un’urgente proposta per la compra di un Collegio in Montevideo (località Malvin) nella parrocchia di “N. S. di Lourdes”. Le Suore canonichesse della Cruz, oriunde del Perù, lo avevano da poco edificato e già vi affluivano numerose fanciulle, ma per cause a noi ignote dovevano ritornare al Perù, quindi stavano per vendere lo stabile e lo offrivano a un prezzo convenientissimo (...) Si apriva così alla Comunità di Montevideo un nuovo campo di lavoro tra la gioventù. Le prime due Suore vi andarono il 18 gennaio 1949 (…) Il Collegio era vuoto completamente, senza mobilio nella parte di abitazione delle Suore e con i soli banchi nelle aule. Poco per volta la provvidenza arrivò: un po’ da una Casa, un po’ da un’altra, tanto da poter prendere alcune pensioniste per la stagione balneare, essendo il Collegio vicino al mare. Così, con un po’ di sacrificio da parte delle Suore, entrò un po’ di Provvidenza che andò ad attrezzare il Collegio dello stretto indispensabile per il prossimo inizio delle scuole. Infatti venne inaugurato e benedetto il 5 marzo 1949. Ospedale Croce Rossa Italiana di Roma “N° 29 Luigi Pierantoni”, via Pineta Sacchetti, 108. Invitate dal Rev. Cappellano dell’Ospedale “Don Luigi Sbaizero”, a voler concedere le Suore per l’Ospedale speciale C.R.I. di Roma (…) iniziarono le trattative con il comando della C.R.I. “IX Centro di mobilitazione” e, con l’approvazione dell’Arcivescovo ordinario militare d’Italia, Mons. Carlo Ferrero, la convenzione fu data il 31 ottobre 1949. Le Suore entrarono nell’Ospedale il 28 ottobre 1949, ma cominciarono il servizio presso i malati il 3 novembre (…) Chiuso l’Ospedale per ordine ministeriale il 28 giugno 1951, le Suore uscivano definitivamente da esso, dopo aver fatta consegna del materiale, il 20 luglio 1951. Scuola elementare e asilo infantile di Giustenice - S. Lorenzo. Il 5 novembre 1949 fu assegnata Suor M. Angelica Bergamaschi come maestra della scuola elementare di Giustenice - S. Lorenzo. S. Ecc. Mons. Vescovo di Albenga, dietro istanza dell’arciprete don Giovanni Noli ci costrinse a dare le Suore per l’asilo (…) Rimaste le Suore in Giustenice - S. Lorenzo nei due anni scolastici 1949-1950 e 1950-1951, si ritirarono definitivamente il 5 luglio 1951.
Sanatorio “Lavalle” di Buenos Aires. La R.ma madre Generale, dietro istanza dei Dottori del Sanatorio, le (sic!) diede altre due Suore, che attualmente formano il numero di 10 Suore. Hanno il 5° piano alla disposizione delle Suore.
1951
Casa di Roma, via Carlo Linneo, 16. L’anno del Signore 1951, il 23 gennaio, 66° anniversario della Fondazione del nostro Istituto (…), si faceva il contratto per l’acquisto della villetta proprietà del Comm. Avv. Nicola Brunetti (…) Fu necessario ripulirla e fare alcune riparazioni e modifiche, onde renderla consona allo spirito religioso francescano (…) Il 1° luglio 1951 (…) cominciarono ad alloggiare definitivamente nella Casa che la Madre generale volle dedicata a S. Francesco (…) Il 1° agosto le Suore passarono al servizio nella clinica “Istituto materno Regina Elena” (…) Le stesse Suore si trasferirono nella nuova Casa acquistata dall’Istituto in via Aldrovandi, 19 (nello stesso rione); il 1° settembre 1954 e il 12 ottobre venne celebrata la prima S. Messa dal M. R. Padre generale Benigno da S. Ilario milanese ofmcap. “Istituto materno Regina Elena”, viale Angelico, 28 in Roma. Il giorno 1° agosto 1951 (…) le Suore, in numero di sette, presero servizio direttivo ed infermieristico nell’Istituto materno Regina Elena (…) degli “Istituti riuniti di beneficienza dalla città di Roma”, dal quale uscivano le Figlie della carità di S. Vincenzo de’ Paoli. La richiesta di Suore per il detto Istituto l’abbiamo ricevuta tramite il M. R. P. Melchiorre, dietro suggerimento del M.R. P. Giovanni da S. Giovanni in Persiceto, dall’On. Emilio Patrissi, Presidente degli “Istituti riuniti” (…) Entrarono regolarmente il 1° agosto 1951, festa di S. Pietro in vincoli.
1956
Leggi di piùCasa di Pietra ligure, via del Soccorso. La Casa di Pietra ligure, rasa al suolo dal bombardamento aereo del 29 giugno 1944, venne riedificata dal Genio civile per interessamento della sig.a Cesarina Accame ved. Pegollo (…) La Casa è per le mansioni di prima: assistenza ai malati e laboratorio di cucito e ricamo. Si potrà dare anche pensione.
1957
Leggi di piùIl 2 dicembre inizia l’opera di rieducazione motoria per discinetici della C.R.I. in Albino. Il 2 dicembre in via Pasquale Berghini di Genova, s’inizia l’asilo infantile semigratuito e il catechismo.
2 ASCG, serie Case Istituto, sottoserie Miscellanea: “Prospetto cronologico di tutte le Fondazioni d'Italia, d'America e di Africa O.I.”.
3 ASCG, serie Case Istituto, sottoserie Miscellanea: “Case dell'Istituto. Date di fondazione”.
4 ASCG, serie Case Istituto, sottoserie Miscellanea: Elenco delle Case e dei terreni di proprietà dell'Istituto passate all'Ente Istituto Suore Terziarie Cappuccine di Loano.