Il 3 maggio 1892 madre Francesca Rubatto, insieme a tre suore, parte alla volta di Montevideo (Uruguay), primo dei sette viaggi transoceanici che affronterà nella sua intensissima, seppur breve, esperienza missionaria.
«Volendo Iddio che questo nascente e ancor tenero Istituto estendesse l’opera sua anche oltremare, dispose che il M.R.P. Angelico da Sestri Ponente Cappuccino, il quale nel 1891 erasi recato in missione nell’America del Sud e risiedeva a Montevideo, fosse fatta istanza di cercare alcune Suore per la cura dell’ospedale italiano che stava per inaugurarsi in quella città; ed egli, volando col pensiero alle povere terziarie, venne subito in Italia, sbarcando a Genova sul finire di Aprile del 1892, onde proporre alla Superiora generale l’accettazione di quello Spedale. La proposta piacque tanto alla Superiora Generale quanto a Mons. Vescovo di Albenga, che riconobbero in ciò la volontà di Dio».
La piccola comunità di suore non assumerà solo il servizio nel grande Ospedale Italiano di lì, ma vi affiancherà anche l’assistenza alle numerose famiglie italiane che emigravano nel Nuovo Mondo per sfuggire alla povertà.
Dopo la chiamata presso l’Ospedale di Montevideo c’è quella dell’arcivescovo di Rosario Santa Fé in Argentina per un altro Ospedale. In America le Terziarie sviluppano un tipico apostolato che segna anche un diverso, seppur parallelo rispetto all’Italia, sviluppo del carisma nei due continenti: il servizio educativo nei collegi per la gioventù femminile indigente. Queste realtà educative intercettavano il bisogno di una fascia sociale di emigrati e di autoctoni poveri che non potevano accedere all’istruzione e a cui i governi locali non provvedevano, pertanto solo le famiglie benestanti potevano permettersi di pagare le rette delle scuole private. I collegi delle Terziarie si aprono all’accoglienza della gioventù femminile povera, per impartire accanto ad un’istruzione di base una professionalità (sartoria e ricamo).
Gli oratori giovanili ideati da don Bosco nella Torino industriale di fine ‘800, vengono realizzati dalle Terziarie di Loano nelle periferie dell’America del Sud laddove la maggioranza delle famiglie dei quartieri più poveri lavoravano in condizioni estremamente precarie. L’educazione dei figli pertanto era molto difficoltosa, lo studio abbandonato prematuramente, la professionalizzazione della gioventù inadeguata: è in questa realtà che gli oratori non sono solo luoghi d’incontro e di ricreazione, ma veri e propri spazi di promozione umana. La Madre Fondatrice e le sue figlie, finanziate da sussidi governativi ma soprattutto da “Commissioni” di benefattrici, riusciranno ben presto ad aprire il collegio “San Josè de la Providencia” a Montevideo (1896) e in Argentina i collegi di “Nuestra Señora de los Ángeles” (1895) e di “San Francisco de Asís” (1897) a Rosario, e ancora quelli di “San Francisco de Asís” di Buenos Aires (1903) e di Sastre (1904).
Gli oratori giovanili ideati da don Bosco nella Torino industriale di fine ‘800, vengono realizzati dalle Terziarie di Loano nelle periferie dell’America del Sud laddove la maggioranza delle famiglie dei quartieri più poveri lavoravano in condizioni estremamente precarie. L’educazione dei figli pertanto era molto difficoltosa, lo studio abbandonato prematuramente, la professionalizzazione della gioventù inadeguata: è in questa realtà che gli oratori non sono solo luoghi d’incontro e di ricreazione, ma veri e propri spazi di promozione umana. La Madre Fondatrice e le sue figlie, finanziate da sussidi governativi ma soprattutto da “Commissioni” di benefattrici, riusciranno ben presto ad aprire il collegio “San Josè de la Providencia” a Montevideo (1896) e in Argentina i collegi di “Nuestra Señora de los Ángeles” (1895) e di “San Francisco de Asís” (1897) a Rosario, e ancora quelli di “San Francisco de Asís” di Buenos Aires (1903) e di Sastre (1904).
Le classi dei primi alunni del Collegio “San Francisco de Asis” fondato da Madre Francesca Rubatto nel 1895 nel quartiere di Alberdi a Rosario Santa Fé in Argentina