Estremi cronologici: 1920 ott. 28 - 1971 mar. 19
Consistenza: nn. 2 buste
Descrizione: La città di Albenga, in provincia di Savona, dopo Loano, costituisce uno dei luoghi più profondamente legati alla storia delle Terziarie Cappuccine perché, dal 1885 al 1910, la neo Congregazione fu riconosciuta, e dipese giuridicamente, dal Vescovo di quella diocesi. Inoltre la fondazione della prima Casa si deve a Madre Rubatto che ne presenziò l’inaugurazione nel 1899. Ne ha sintetizzato la presenza e lo sviluppo sr. M. Pia Vernazza in una relazione: «La Casa di Albenga venne aperta il 10 dicembre 1899 e deve la sua fondazione a S. Ecc. Mons. Filippo Allegro, Vescovo di Albenga. Le Suore erano già state in Albenga per l’assistenza dei vaiolosi nel lazzaretto nel settembre-ottobre 1889 (…) Ritornano stabilmente dieci anni dopo. La signora Barbaretta Trinchero le [sic] offerse la propria casa in Via Roma. Le Suore, accompagnate dalla Madre Francesca nella nuova Casa furono: Suor M. Adolfina (Consonni), Suor Marianna (Buzzi) e Suor Maria di S. Stanislao (Rosa). Aperta per lo scopo precipuo dell’assistenza ai malati, addivenne in seguito centro di altre opere che vi si aggiunsero come: Laboratorio femminile, Scuola catechistica per la gioventù, opere parrocchiali e missionarie e sede dell’Azione cattolica. Vi è pure annesso un Orfanatrofio iniziato nel Gennaio 1940».
«Nel 1932 (…) anche il Consiglio Diocesano della GF di AC venne a rifugiarsi presso le Suore Cappuccine (…). S. Giuseppe 1936: posa della prima pietra dell’edificio di Via Trieste (…) fu costruita la prima parte dell’edificio e cioè il salone con il palco e si idearono le tre stanzette sopra il portico del cortile (…) Una venne destinata a sede diocesana della GF Le altre due ad aule per lo studio del piano. Il vecchio salone fu trasformato completamente realizzandovi l’attuale cappella e quanto c’è oggidì (…). 1938 – La provvidenza si fece viva nella persona di Fra Ginepro (…) Egli era alla ricerca di un luogo dove costruire un orfanatrofio per gli orfani dei militari caduti nella guerra di Etiopia (…) Fu ripresa la costruzione della casa portandola a tre piani. Piano terreno: teatro per recite, adunanze, corsi, conferenze. 1° Piano: Laboratorio e opere parrocchiali. 2° e 3° Piano: Orfanatrofio del Tembien (…). Il titolo “Madonnina del Tembien” ricorda un episodio patetico della guerra d’Etiopia: un soldato, rimasto ferito durante la battaglia sulle alture del “Tembien”, sentendosi lentamente morire, aveva scolpito su una pietra di ardesia nera del luogo, un bassorilievo raffigurante la Vergine amorosamente china su un soldato morente. L’effige, staccata delicatamente dalla roccia, fu portata in Albenga da Fra Ginepro sull’altare che si trova racchiuso nel grande armadio al fondo del salone (…). Da allora, per oltre quarant’anni, nella casa S. Giuseppe e nel “Tembien” si svolse un’attività intensa (…). Negli anni 1942-’43 vi si organizzarono dei corsi accelerati per ragazze per il conseguimento della licenza Avviamento Professionale e Commerciale. L’Associazione AIMC vi tenne i suoi corsi di cultura religiosa e professionale per maestri e genitori (…) Il CIF vi appoggiò le sue colonie, i suoi campi solari e i suoi doposcuola».
Anche nel dopoguerra l’Opera continua a svolgere un servizio assistenziale-educativo per le bambine orfane, disadattate o appartenenti a famiglie in difficoltà. Tra il 1956-1958 la Casa viene ampliata ed elevata a sei piani e successivamente, tra il 1973-1975, assume un altro indirizzo: non più Istituto per orfane aperto anche a soggetti provenienti da altre province, ma opera a servizio delle esigenze locali, strutturato come convitto e semiconvitto. L’attività cessa nell’ottobre del 1985 per esigenze nuove, dettate dalla legislazione italiana in materia di assistenza ai minori.
Il Fondo è costituito dalla documentazione dell’orfanatrofio di Albenga che, nel precedente Ordinamento, era conservato nella busta denominata: “Albenga. Madonnina del Tembien” insieme ad un’ampia documentazione, afferente sia la Curia generale che quella della Provincia italiana, nella serie Case chiuse. Il Fondo è costituito dalle serie Amministrazione e Cronaca.
Leggibilità buona.

serie AMMINISTRAZIONE
Estremi cronologici: 1920 ott. 28 – 1962 dic. 8
Consistenza: n. 1 busta
Descrizione: La serie consiste nel superstite carteggio tra la Superiora, il Vescovo di Albenga e un canonico, nonché dei rendiconti economici.

serie CRONACA
Estremi cronologici: 1971 mar. 19
Consistenza: n. 1 busta
Descrizione: La serie consiste in un memoriale della presenza delle Suore Cappuccine nella casa di Via Trieste n. 37 in Albenga dal 1910 al 1971 scritta per il Cinquantenario di Fondazione della Casa (1921-1971) dalla ex-alunna Giacinta su incarico delle Suore. Configurata inizialmente per il servizio di assistenza degli infermi a domicilio, successivamente l’attività fu ampliata con un oratorio e laboratorio femminile, più tardi dedicata all'orfanatrofio per i figli dei caduti di guerra in Abissinia.